Per gioco, ma solo per gioco perché non può essere altro, perlomeno al momento: ma sai che spettacolo a Roma la Sòra Wanda?
Soprannome assegnato per direttissima, con tanto di accento, da noi. Perché “appoggia bene“, come ebbe a dire il mitologico Manuel Fantoni in “Borotalco”.
Io la Sòra Wanda, forzando un poco le ipotesi sul quartiere di residenza e sulle abitudini quotidiane, me la immagino a fare la spesa di persona, per esempio, senza delegare nessuno: non sopporterebbe di non gestire le transazioni in prima persona, nemmeno quelle per le fettine panate o per le verdure da mettere nel minestrone.
“Bòngiorno Sòra Wa’, che je serve? Oggi c’ho certi carciofi che so’ ‘n’amore! Se se li rivenne ce fa’ ‘na plusvalenza! Me lo saluta er Sor Mauro? Je dica de fasse fa’ i crosse più precisi…anzi, je regalo un po’ de odori pe’ er soffritto...”.
E poi pensate la Sòra Wanda, occhioni sgranati e look da popstar, in giro per Roma: non tanto, banalmente, per lo shopping in centro o col Vaticano sullo sfondo (beh, con Francesco, l’unico rimasto, sarebbero di casa, in tutti i sensi), no; pensate la Sòra Wanda che gira in periferia per documentare la situazione dell’immondizia, che concede i selfie a qualche gabbiano entusiasta, che trova una stazione chiusa della metro e decide di rilevarla per impiantarci un centro estetico… Una come lei rilancerebbe pure l’economia della città, indipendentemente da quanto il compagno rilancerebbe l’attacco della Roma.
Assessore al Commercio o al Turismo? Forse più che altro addetta alla tutela del bene pubblico. Con lei in città, Valeria Marini non avrebbe fatto il bagno nella fontana: l’avrebbe trovata occupata.
Paolo Marcacci
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