Fallo di mano: qualora il pallone colpisca il braccio largo o in posizione innaturale, cioè dall’altezza delle spalle in su o in movimenti che aumentano il volume del corpo, sarà sempre fallo (calcio di rigore se in area). Non sarà più considerata attenuante la distanza ravvicinata. Resta la volontarietà per gli episodi di mani o braccia vicine al corpo: si tratta di una delle regole che, se non nuove, possiamo definire rivoluzionate del calcio, da parte dell’International Board.
Variazione non da poco, a nostro giudizio. Non si tratta, in questo caso, di una mera sfumatura: cambia la filosofia, se così possiamo chiamarla, della ricerca dell’episodio positivo da parte di chi attacca. Il senso è che potremmo assistere a tutta una serie di episodi in cui chi crossa o cerca l’assist risolutivo in area, si trovi a considerare anche una nuova, succulenta opzione: beccare il braccino avversario e galeotto appena appena aperto ed esteso, magari quando il difensore salta di testa.
Un bene o un male? Non è il caso di formulare giudizi assoluti, in un senso o nell’altro; diciamo che ci incuriosisce la maniera in cui gli allenatori imposteranno le esercitazioni specifiche e i criteri di (presunta) uniformità che adotteranno gli arbitri.
Una previsione che possiamo fare è che aumenteranno gli episodi rocamboleschi in grado di scompaginare l’andamento di partite equilibrate o anche stagnanti dal punto di vista delle occasioni; inoltre, per usare un termine caro a chi ama scommettere, siamo sicuri che in una certa percentuale aumenteranno gli “over”.
Chi vivrà vedrà; nel frattempo, abbassate le mani.
Paolo Marcacci
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