Il film di Monicelli prevede un finale tragico, con parte comica e grottesca. Dico di Parenti serpenti, favolosa storia nostrana girata a Teramo, sotto Natale. Ora che c’entra questo con il football? C’entra eccome, perché mai come in questi ultimi anni i parenti sono diventati decisivi, anche se trasformati da serpenti, nelle trattative di mercato.
Parla il padre di Messi e sono dolori con il fisco spagnolo. Si aggiunge la famiglia Neymar, come sopra. Poi il fratello di Higuain promette battaglia e non leva le tende dalla Juventus, quindi le parentele di Dybala suggeriscono di sparare cifre ineguagliabili, la coda prevede la madre di Rabiot, la moglie di Zidane, cugini e zii, nonni e affiliati. Ovviamente non trascuro le voglio alla voce Wanda Nara, la madre di tutte le battaglie.
Roba da matti, un circo poco equestre ma incasinato ai massimi che produce veleni e intossica affari che andrebbero via lisci come l’olio. Invece no, al posto di procuratori istituzionali, fidati e affidabili si viaggia in una consorteria triplica che non ha né capo né coda ma bada soltanto a portare a casa denari a cifre assurde per dividersi la torta.
Ultime di cronaca riferiscono che Dybala si sia pentito del no agli inglesi del Manchester e sarebbe pronto a partire. Resti pure a casa e non faccia il furbo, palla lunga e pedalare, farà i lavori forzati e in silenzio, con Sarri che fuma senza la sigaretta tra i denti. Dunque il nuovo scenario o scemario comporta questi attori, molte comparse e figuranti, moltissimi guitti, il calcio non cresce, non migliora ma arretra, colpa dei presidenti e dei loro collaboratori che hanno perso il potere politico e contrattuale e sono sotto schiaffo dei parenti serpenti. Questo, però, non è un bel film.
Tony Damascelli
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