Le abbiamo viste sul grande schermo. Ci hanno inquietato, in parte conquistato con i loro gesti, fatto rabbrividire e riflettere alla fine della visione del film. Ma loro, le protagoniste di film come “The Ring” e “Bird Box” sono state proiettate, negli ultimi tempi, fuori dallo schermo. E, come spesso accade la finzione, cinematografica e non, viene catapultata nella società. E non è certamente un vantaggio.
Bird Box Challenge: la sfida social e la presa di posizione di Netflix
A dimostrarlo, la preoccupante tendenza di qualche mese fa di ispirarsi e lanciare una sfida social basandosi sulle azioni di Malorie Hayes, madre protagonista di “Bird Box”. La donna, per portare in salvo i suoi tre figli, contrasta, bendandosi gli occhi, l’epidemia di massa che porta le persone a suicidarsi senza un motivo. In molti l’hanno emulata, girando video con gli occhi bendati mentre mettevano in atto le azioni più disparate. Alcune divertenti, altre sempre più pericolose, data l’impossibilità volontaria di usare i propri occhi. Neanche a dirlo, ad intervenire sulla questione per cercare di mettere la parola fine a questa moda social è stata la piattaforma streaming di distribuzione di “Bird Box”, la Netflix.
Su Twitter infatti si legge: “Non possiamo credere che dobbiamo dire una cosa simile, ma: PER FAVORE NON FATEVI MALE CON QUESTA BIRD BOX CHALLENGE. Non sappiamo come sia iniziata e apprezziamo l’amore, ma Bambino e Bambina hanno semplicemente un desiderio per il 2019 ed è che non vi ritroviate in ospedale a causa dei meme”.
Un messaggio netto, chiaro, che a quanto pare non sembra essere stato recepito in toto dopo, anche se il fenomeno si è spostato su un’altra protagonista di un noto film, stavolta horror.
Recentemente infatti, è stata riportato in auge il personaggio di Samara, l’inquietante bambina dalla pelle diafana e dai lunghi capelli neri che, in “The Ring”, usciva fuori dallo schermo del televisore durante la visione dell’apposita videocassetta e segnava definitivamente le ore di vita di chi la vedeva.
Samara Challenge, una nuova psicosi social
Negli ultimi giorni infatti è esploso il “Samara Challenge”, la moda, proveniente anch’essa dal web, di travestirsi dalla protagonista della pellicola horror del 2002 targata Gore Verbinski. Una sfida raccolta, pare, con entusiasmo, stando agli avvistamenti di persone in giro di notte e vestite da Samara in diverse città d’Italia.
Quello che, sulla carta, doveva assumere i contorni di un nuovo gioco social, con tanto di accompagnatore munito di smartphone per documentare le scene di spavento, allo scopo di terrorizzare qualche povero sventurato per le vie della città, si è trasformato in un gioco pericoloso.
Uno scherzo di cattivo gusto da non prendere sotto gamba e non indenne da derive e conseguenze preoccupanti, come il rischio di un pubblico linciaggio ai danni del protagonista dello scherzo, come è accaduto in un paese in provincia di Foggia.
O il caso della quarantacinquenne che, a Casagiove, in provincia di Caserta, è stata aggredita ed è finita in ospedale per colpa di una delle tante Samara Morgan che orbitano, oramai, nella zona.
Samara Challenge: Codacons lancia l’allarme
In Toscana il “Samara Challenge” ha portato il Codacons a lanciare l’allarme, invitando l’opinione pubblica a non sottovalutare la questione. “Questa nuova moda configura dei veri e propri reati e appare estremamente pericolosa” ha affermato il presidente del Codacons Toscana, Carlo Rienzi, spiegando che “si va dal procurato allarme – considerato che spesso queste apparizioni obbligano le forze dell’ordine ad intervenire su richiesta dei cittadini spaventati – alla molestia e alla violenza privata, passando per il blocco stradale laddove si creino problemi di traffico a seguito degli avvistamenti. Chi gira mascherato, inoltre, rischia di essere aggredito dai passanti e subire serie lesioni fisiche“.
Che si tratti, quindi, di scherzi di cattivo gusto o di una moda nata a scopo goliardico, il risultato non cambia e il detto famoso “il gioco è bello quando dura poco” non può che palesarsi, pensando a questi episodi.
Facciamone tesoro quindi e lasciamo i personaggi, terrificanti e non, dei film che hanno catalizzato l’attenzione nella nostra testa. Ma, soprattutto, nella loro dimensione.
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