Roberto Gualtieri: non un ministro, ma un colonnello della repressione

Non è un caso che l’euroinomane Christine Lagarde abbia benedetto così la nomina di Roberto Gualtieri a Ministro dell’Economia: “La nomina di Roberto Gualtieri a Ministro dell’Economia sarebbe un bene per l’Europa e per l’Italia“.
Non è neppure un caso che la Lagarde citi prima l’Europa e poi l’Italia.

Sta di fatto che la benedizione della presidente della BCE è stata subito eseguita, d’altronde bisogna abituarsi perché questo sarà il format operativo del nascente Governo giallofucsia.

Il problema non è tanto che, come sostengono gli sciocchi, Gualtieri canti ‘Bella ciao’, il problema è che il nuovo Ministro è un colonnello dell’eurocrazia repressiva.
La rivista americana “Politico” lo indica come “uno dei deputati più influenti del Parlamento Europeo“, non a torto visto che ha presieduto ben 157 negoziazioni interistituzionali, tra commissione, parlamento e consiglio per definire le norme europee.

E’ stato altresì per la modifica dell’articolo 136 del trattato di Lisbona del 2007 che istituisce il MES: il fondo in virtù del quale l’Italia ha versato 50 miliardi e ne dovrà versare altri 75. Funziona così: l’UE garantisce gli aiuti da quel fondo e in cambio impone le sue politiche liberiste della privatizzazione.

Infine nel 2011 Gualtieri è stato membro del gruppo che doveva convincere i governi europei ad accettare il Fiscal Compact, ovvero quel provvedimento che ci sta condannando alla crisi permanente.

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