Continuiamo la nostra storia sulla moneta, riassumendo brevemente a cosa serve.
Inizialmente essa aveva tre grandi funzioni:
- Stabilirne una certa quantità era essenziale per i commerci;
- era fondamentale comunità di conto per misurare i patrimoni;
- era di importanza vitale per regolare i rapporti con lo Stato.
Si poteva dunque pagare con la cosiddetta moneta legale: ma che cos’è?
E’ quella moneta che viene autorizzata da qualcuno, anticamente veniva autorizzata dal sovrano, dal re, dall’imperatore.
Quindi il signoraggio (agio del signore) nasce perché c’è qualcuno che è l’unico nel suo territorio che può coniare moneta.
Sopra la moneta veniva messa, quindi, la sua immagine, mentre sotto trovavamo sistematicamente ciò che dava il valore reale a questa moneta, cioè l’agricoltura, la terra, l’economia reale. Sulle antiche monete erano spesso raffigurate delle teste ad esempio.
La parola “capitalismo” non deriva dall’inglese, come molti pensano, ma dal latino caput: testa, o in questo caso, testa d’animale, cioè il fulcro dell’economia dell’epoca.
Questi concetti sono poi stati soppiantati col susseguirsi dei secoli, ma comunque dietro la moneta si trovano sempre raffigurazioni dell’economia reale, produttiva, come le monete metalliche della lira, sulle quali era rappresentata l’incudine col martello, piuttosto che la spiga di grano.
Economia reale ed economia legale sono legate indissolubilmente: l’una dà valore all’altra. Ecco perché è importante studiarne la storia, capendo l’importanza e la funzione che tutt’oggi ha la moneta che portiamo in tasca.
Malvezzi Quotidiani, come comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi
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