Roma, la pagella delle prime 10 giornate

10) L’autostima romanista

Non è né un paradosso, né una frase a effetto. È la realtà delle ultime partite: quanto più è venuta facendosi grave l’emergenza, a causa dei vari infortuni, tanto più il gruppo si è compattato, trovando al proprio interno le risorse per sopperire alle contingenze con una soglia agonistica sempre più elevata. Inclusivo il progetto tecnico, all’interno del quale ognuno si sente protagonista, nessuno relegato ai margini. 

9) Paulo Fonseca 

Lo vorremmo innanzitutto come psicoterapeuta: la Roma, appena presa in mano, gli si è progressivamente ammalata nei muscoli, nei legamenti e nelle articolazioni. Lui ne ha curato innanzitutto la testa, in attesa che il corpo guarisca del tutto. Sta cucinando, con sempre meno ingredienti, una pietanza tattica dal sapore sempre più equilibrato. 

8) Chris Smalling

 Un arrivo, il suo, ammantato di perplessità non giustificate, al tempo stesso amplificate dall’ignoranza di chi non mette mai, nemmeno telecomando alla mano, il naso fuori dalla nostra Serie A. Un compendio di tempismo e senso della posizione, in ogni suo intervento. Ministro della difesa, veg – leader. 

7) Jordan Veretout 

Il “tuttocampista” di Fonseca. Entrato a regime con lieve ritardo, causa infortunio, ha cominciato presto a dimostrare di saper cantare e portare la croce, frantumare l’azione altrui e interpretare con duttilità quella della Roma. Dal cambio di gioco a lunga gittata fino all’incursione per vie centrali, un giocatore che in ogni partita riesce a sfruttare quella che, tra le sue doti, si rivela la più necessaria. 

6) Javier Pastore

 Anche con lui, o in primis con lui se preferite, Fonseca ha avuto grandi meriti: lo ha restituito a un calcio importante, motivandolo e facendolo mettere a punto lentamente. Ora che è a metà del percorso verso la condizione ottimale, bisognerebbe individuarne il dosaggio ideale.

5) Justin Kluivert 

Un voto che è frutto della media tra le sue esibizioni migliori e le peggiori, finora. Deve scrollarsi di dosso i suoi momenti più velleitari, quando il suo piroettare appare ancora troppo fine a se stesso.

4) Il momento di Florenzi

Badate bene: il voto non è a lui, ma a tutto ciò che gli sta capitando. Sicuri che saprà riprendersi chili e titolarità, appena sarà di nuovo a regime. 

3) La sequela di sviste arbitrali

Una statistica dei “disagi” suscitati dalle direzioni di gara, in Italia come in Europa. Francamente troppi, troppi cari soprattutto, in termini di punti e frustrazioni. 

2) Gli infortuni

Ultimo in ordine cronologico Juan Jesus, l’infermeria della Roma comincia a pullulare di “scherzetti”, aspettando i dolcetti dei vari recuperi. 

1) Quelli che stanno facendo a gomitate per salire sul carro di Fonseca

I soliti noti. 

Paolo Marcacci


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