Uno studio condotto dai ricercatori del Celiac Disease Program del Children’s National Health System di Washington e dell’analogo Programma del Boston Children’s Hospital chiarisce che non ci sono pericoli, per i celiaci, derivanti dalle eventuali contaminazioni delle pentole e degli utensili usati per cucinare.
Le quantità di glutine che migrerebbero sul materiale dei set da cucina sono talmente basse da risultare totalmente innocue. Lo studio è stato pubblicato su Gastroenterology, giornale ufficiale dell’AGA Institute e poi ripreso da quotidiani e periodici di tutto il mondo.
La diffusione degli esiti di questa ricerca rappresenta, per chi soffre di celiachia e per i parenti di queste persone, l’occasione per tirare un sospiro di sollievo. Almeno per quel che riguarda questo aspetto del problema.
Il concetto cui si è giunti attraverso un lavoro condotto in real life, cioè condizioni che replicavano la vita di tutti i giorni, riguarda anche il settore della ristorazione. Non ci sarebbero rischi di contaminazione e, di conseguenza, problemi per le persone celiache, nemmeno nell’utilizzare le stoviglie dei ristoranti o gli oggetti, come i bicchieri, che solitamente vengono impiegati nell’ordinaria accoglienza, a bordo degli aerei.
I test hanno verificato che i campioni utilizzati dai ricercatori (coltelli, tostapane, pentole) non avevano superato, nonostante fossero entrati in contatto con alimenti contenenti glutine, le 20 parti per milione di glutine, ovvero la soglia stabilita dalla Fda, come limite al di sotto del quale, un cibo possa essere definito per legge privo del complesso proteico dannoso per i celiaci.
I risultati della ricerca impongono anche una riflessione sull’eccesso di prudenza che, in questi anni, ha caratterizzato i comportamenti delle persone intolleranti al glutine o celiache. Una prudenza che, spesso, ha reso ancora più complicata la loro vita. Inutilmente, a quanto pare. Il complesso proteico che molte persone non tollerano non è un allergene, che può causare reazioni estreme, come lo shock anafilattico.
Induce certo una reazione autoimmunitaria che non giova affatto all’intestino. Questo caso si verifica non di frequente, quando si superano soglie ben più alte di quelle dei comuni allergeni. Quindi, cura nel manipolare gli alimenti, sì, facendo attenzione alle possibili contaminazioni, cura nel lavaggio di piatti e pentole, certamente; ma stop a qualunque forma di precauzione maniacale. Lo studio americano, che sarà presto allargato ad un campione più ampio e perfezionato, dovrebbe garantire una maggiore serenità a tutti.
Fonte: Il fatto alimentare
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