Diego Fusaro risponde a Roberto Saviano: “Fingi di combattere l’odio al servizio del padronato cosmopolitico”

Siamo palesemente al cospetto di quella che potremmo con diritto definire “la sindrome di Cassandra“. Si tratta di colei che nell’antica Grecia svolgeva profezie in negativo, nessuno prestava fede alle sue profezie, le quali tuttavia si avveravano nella catastrofe.

È da tempo che parliamo di un rischio in agguato, quello concernente la vicenda Segre: il pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto opera in questa direzione.
Liliana Segre viene strumentalizzata da quest’ultimo perché il manganello arcobaleno venga utilizzato contro chi manifesta dissenso rispetto all’ordine dominante.

Questa profezia si sta realizzando appieno in questi giorni, prova ne è il fatto che il bardo cosmopolita del sontuoso attico di Nuova York così ha cinguettato in rete: “L’odio verso Liliana Segre è responsabilità di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Liliana Segre è stata testimone dell’inferno, ma continua ad avere negli occhi la luce di chi non ha rancore. A lei vogliamo somigliare e non a chi avvelena l’Italia con parole di intolleranza e odio“.

Al bardo cosmopolita voglio rivolgermi in prima persona: caro Roberto Saviano, tu fingi di lottare contro l’odio ma in realtà con le tue tirate, con le tue geremiadi propaghi l’odio. Continui inoltre a fare puntualmente il gioco di quel padronato cosmopolitico che ,è risaputo, ti ha nominato stella del firmamento fucsia e arcobaleno.

RadioAttività, la pillola del giorno con Diego Fusaro

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