Il vero razzismo è celebrare l’immigrazione di massa come fa Carola Rackete

Carola Rackete è tornata a occupare la scena: in prima serata nella trasmissione di Fabio Fazio che da tempo si attesta come uno dei centri propulsivi del potere unico mediatico di santificazione dei rapporti di forza del nuovo ordine mondiale.

La Capitana, naturalmente, è stata celebrata e santificata per il suo operato. Nessuno ha provato a far emergere una verità differente.

Carola Rackete ha tenuto la sua usuale omelia in difesa dell’immigrazione di massa. Ha presentato la solita narrazione per la quale vi sono africani che non vedono l’ora di abbandonare l’Africa e giungere nell’Eldorado-Europa. Ha colpevolizzando quanti non siano disposti ad aprire i porti in nome di quella che poi non è altro che libera circolazione di merci e di persone mercificate.

Si tratta di una versione a tutti gli effetti razzista nella misura in cui presuppone che gli africani siano inferiori e che invece l’Europa sia una civiltà superiore che può accoglierli.

Una narrazione libera dagli schemi razzisti invece dovrebbe precisare che compito dell’occidente per liberare l’Africa e mantenere viva la dignità degli africani sarebbe quello di lasciarli in pace.

Di interrompere quelle politiche di oppressione neocolonialistica che costringono gli africani ad abbandonare le loro terre per poi finire nei circuiti dello sfruttamento e dell’oppressione.

Terre depredate dal colonialismo europeo, come quello indiretto del franco africano.

Il vero razzismo è celebrare l’immigrazione di massa come fa Carola Rackete

Radioattività, lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro


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