Un commento da riscrivere, il nostro, nei minuti di recupero: è già una sintesi. Perché stasera, nella incredulità finale e nell’amarezza per l’episodio che annichilisce gli umori e annulla i contenuti (ma non il giudizio sugli stessi, che resta), troppo frustranti sono stati gli episodi per la squadra giallorossa, con Federico Fazio che è il firmatario quasi unico del risultato: autorete rocambolesca e sfortunata, pareggio con inserimento da centravanti vero su palla scodellata da Kolarov coi giri contati, lassismo imperdonabile nella marcatura di Thuram al minuto 95.
Al netto degli episodi, che hanno rovinato la partita (ma non la prestazione) e che ora complicano maledettamente il Girone J, che gara abbiamo visto al Borussia Park? Diciamo, con metafora motoristica, che Paulo Fonseca era stato bravo e tale va considerato nel giudizio, comunque sia, perché aveva ben impostato la gestione della riserva di gasolio per una Roma diesel e serenamente “conservativa” nel palleggio, a fronte di un Borussia che, prevedibilmente, prima o poi avrebbe finito la benzina. Bravo, Fonseca, anche nell’ottimizzare la gestione delle energie e la rotazione delle stesse, visti i cambi effettuati anche in vista di Parma.
Allora perché è andata così, ossia malissimo, più che male, visto anche il risultato che il Basaksehir ha conseguito in casa del Wolfsberger? Perché il peso specifico degli episodi è stato letale, stasera e perché in Europa le disattenzioni si pagano fino a che non si infila il sottopassaggio.
Ora, con l’obbligo di ritrovare subito l’autostima e gli entusiasmi in vista del pomeriggio da affrontare al Tardini, la Roma deve pianificare fin nei dettagli l’impegno del 26 novembre in Turchia: obbligatorio andare a dare un dispiacere a Erdogan, anche perché la classifica del girone grida vendetta, soprattutto in ragione del fatto che in due sfide contro il Borussia Moenchengladbach la squadra giallorossa aveva meritato quattro punti: se ne ritrova uno.
Paolo Marcacci