Si diceva spesso nell’antichità, per alludere a un temporaneo oscuramento della saggezza, che talvolta anche il buon Omero sonnecchia. Massimo Recalcati è un punto di riferimento nella riflessione filosofica e psicanalitica del nostro tempo e tuttavia, come il buon Omero, talvolta sonnecchia anche lui.
Durante un’intervista a Radio Capital ha attaccato duramente il sovranismo in chiave psicoanalitica. Ha detto che il sovranismo non è un fatto solo politico ma anche psichico, che domina la spinta alla chiusura, alla solidificazione dei confini, e che “prevale nella popolazione del nostro tempo un inconscio fascista“.
In sostanza la spinta a difendere i confini della propria terra e a contrastare la open society dalle frontiere sempre aperte sarebbe dettata da una sorta di inconscio fascista collettivo.
Secondo Recalcati, insomma, una nuova malattia mentale starebbe emergendo, la “tendenza al sovranismo”.
Sicuramente nelle persone può esistere una inclinazione agorafobica alla chiusura, sicuramente può esistere un inconscio fascista in molti, tuttavia c’è ben altro, di più importante, che viene trascurato.
Questa spinta verso il confine e la sovranità nazionale ha anche una radice diversa: il desiderio dei popoli di riconquistare spazi di democrazia e diritti sociali.
Muoversi solo nell’ambito psicoanalitico non porta a grandi risultati.
All’analisi psicoanalitica di Massimo Recalcati, che resta troppo sul vago e finisce per risolvere semplicisticamente la questione, bisognerebbe affiancare l’analisi marxiana basata sul conflitto di classe.
Massimo Recalcati, il sovranismo non è una malattia mentale
Radioattività, lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro
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