Vittorio Sgarbi ► “Mose problema inesistente. Quando tornerà il bel tempo non ne parleranno più”

Venezia è ancora in ginocchio, dopo un settimana difficilissima passata a fare i conti con l’acqua stagnante e ristagnante su piazze, edifici e abitazioni.
I veneziani resistono, arrabbiati per il Mose che sarebbe dovuto essere compiuto molto tempo addietro. Una carnevalata – quella sì – di cattivo gusto, ma che non scalfisce l’animo di una città che sta reagendo in modo ammirevole alle intemperie.

Venezia però è in grado di resistere un po’ di più secondo Vittorio Sgarbi, che a “Un Giorno Speciale” ha spiegato perché per sua fisionomia la “città più bella del mondo” sia più refrattaria ad arrendersi al maltempo, nonostante gli errori della politica:

Il Mose, che si doveva fare in non più di cinque anni, sono sedici anni che è in corso d’opera ed è incompiuto. L’errore è dire che sarà finito nella primavera del 2021 perché i lavori potrebbero essere accelerati per finirlo entro l’autunno prossimo, cioè entro undici mesi, che sarebbero sufficienti“.

Il clamore degli ultimi giorni sarebbe secondo Sgarbi normale ma fuori luogo, in quanto Venezia è un esempio magistrale di come sostenere fenomeni simili:

E’ un problema inesistente, è un clamore che deriva dal fatto che c’è un po’ più d’acqua del solito. Ogni cittadino veneziano che lavora ha gli stivali in ufficio, è un fatto assolutamente fisiologico. Ieri sera ero da Vespa e trasmettevano le immagini della famosa cripta piena d’acqua che oggi è tornata perfettamente agibile: l’alta marea scende, tirano via quel po’ d’acqua che rimane stagnante e quella che ieri era una piscina oggi è tornata come prima, come è sempre stato, come è nella natura della città.

Venezia, la Basilica di San Marco sott’acqua: ecco le immagini della cripta.

Questo non lo dico per sdrammatizzare, ma perché evidentemente non si tiene conto che esattamente un anno fa c’era lo stesso problema, lo stesso clamore, lo stesso stupore“.

Dunque quest’anno cosa sarebbe cambiato?
Quest’anno c’è stata una reazione più coerente nell’esortare a fare il Mose“.

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