Non è un miracolo sportivo e neppure una favola. L’Atalanta che compie l’impresa di andare agli ottavi di Champions League è il frutto della serietà del lavoro, delle idee, della capacità di programmare, di esaltare le individualità in un collettivo perfetto.
Con un 3-0 in Ucraina, un risultato pazzesco, i nerazzurri di Gasperini si sono presi la soddisfazione più grande, conquistando un passaggio del turno che sembrava impossibile dopo tre turni. Ci hanno invece creduto Gomez e compagni, realizzando qualcosa davvero di storico, con la voglia, l’entusiasmo, la freschezza di una squadra che riesce continuamente a superarsi.
Merito di una società fatta da persone che amano e conoscono il calcio, di un gruppo che non si accontenta mai e continua ad avere sempre lo stesso desiderio di stupire, e merito di un allenatore che è rimasto a Bergamo proprio per completare l’opera.
Tutte queste componenti si sono riunite in un unico progetto, dimostrando anche quanto sia fuori luogo parlare continuamente di turnover e di panchine più o meno lunghe. I giocatori dell’Atalanta, fateci caso, sono sempre quelli, capaci di essere protagonisti in campionato e di sbalordire in Europa. Viene semplicemente da chiedere: dunque, si può?
Alessandro Vocalelli