Sulla possibilità di ospitare il Lazio Pride 2020 a Rieti si era espresso il sindaco Antonio Cicchetti il 17 dicembre in collegamento a ‘Lavori in Corso’. La risposta era stata assolutamente negativa: “Rispetto tutte le identità, ma esibizione volgare mi da fastidio”.
La polemica è scoppiata subito dopo con la risposta del Gay Center. Fabrizio Marrazzo, ricordando che le manifestazioni sono garantite dalla Costituzione, si appella al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, affinché vengano fatti rispettare “i diritti costituzionali”.
L’amministrazione può vietare il Lazio Pride 2020 a Rieti? È incostituzionale?
Oggi torna a parlare della questione il sindaco di Rieti Antonio Cicchetti, ribadendo la sua posizione ai nostri microfoni. In collegamento anche Enrico Michetti, direttore della Gazzetta Amministrativa’.
“Violo la Costituzione? Una stupidaggine. Come si fa a scomodare la Costituzione? Io parlo di decenza, non di violazione della libertà di associazione. Gente che va con i genitali di fuori non è gente che agisce nell’alveo della decenza, è questo l’aspetto, non quello associativo. Per il resto si raduni chi vuole. L’aspetto che io censuro è quello che appare da tutte le manifestazioni di questo tipo. Non c’è alcuna violazione della Costituzione, chi sono questi soloni che hanno parlato di violazione della Costituzione? Chi sono questi costituzionalisti? Si parla di Costituzione come si parla di cappuccino.
Certe cose, che sono sempre esistite, hanno la più ampia apertura di vedute da parte mia. Franco Zeffirelli è stato un omosessuale di grandissima dignità che combatteva il Gay Pride. Io ho elettori gay, dichiaratamente omosessuali che detestano queste forme di rappresentazione di quello che è il loro mondo. Non è il fenomeno ad essere fastidioso, ma la rappresentazione del fenomeno. Qui è un problema di politica, non di diritti inalienabili degli omosessuali”.
La risposta al sindaco arriva da Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center. Ecco cosa ha detto a ‘Lavori in Corso’ nell’intervista di Luigia Luciani e Stefano Molinari.
“Questa è sicuramente un’azione discriminatoria, il sindaco deve rappresentare tutti i cittadini. L’art.21 reclama la libertà di manifestazione, quindi lui non può in alcun modo impedirla. I Pride sono manifestazioni pacifiche, e quello che lui dice che ci sono persone nude io non l’ho mai visto in venti anni. Anche un collega di estrema destra di Frosinone ha cercato di vietare il Pride a Frosinone e invece poi la questura ci ha dato ragione. Il sindaco può dare un parere ma chi decide è la questura”.
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