L’Atalanta ha chiuso l’anno nel miglior modo possibile: dopo aver conquistato gli ottavi di Champions League, ecco una vittoria larghissima contro il Milan per festeggiare il Natale con il sorriso più largo possibile. Non c’è squadra che abbia segnato e segni più più degli uomini di Gasperini, che sanno occupare il campo e poi andare a bersaglio con una naturalezza incredibile.
Finisce nel modo peggiore invece l’anno rossonero, che si trova all’inferno dei cinque gol incassati in una partita in cui non c’è mai stata partita. Saranno tanti, e fondati, i motivi su cui interrogarsi per una società che sperava di rifondersi in estate e invece è alle prese con una crisi che sembra non finire mai. Dopo il cambio dell’allenatore, qualche timido segnale di risveglio e poi di nuovo l’incubo che si è materializzato a Bergamo.
Siamo a Natale, a dicembre, e la stagione è già andata in fumo. Ma quello che colpisce, nella partita finale dell’anno, è la differenza netta tra due squadre. O meglio tra una grande squadra e un insieme di giocatori che non hanno fatto una squadra.
Alessandro Vocalelli