Gianluigi Paragone ► “Se il Movimento 5 Stelle approva il MES tradisce i suoi elettori”

Il ruolo dello Stato, la globalizzazione, il MES, l’Europa, il Movimento 5 Stelle. Gianluigi Paragone è, come nel suo stile, senza filtri. Ecco l’intervista a ‘Un Giorno Speciale’ con Fabio Duranti e Francesco Vergovich.

“Manca un decreto che compensi debiti e crediti delle aziende verso lo Stato, è la cosa più normale del mondo. Io penso che ci sia un problema di mera contabilità… che lo Stato non ti vuole dare soldi. Quando un politico diventa classe dirigente, entra dentro il Palazzo, si impermeabilizza. Non è classe dirigente che proietta il proprio sguardo sul mondo reale ma dentro il Palazzo, diventa burocrate.

“Il MES è davvero pericoloso. Ho scritto dei libri, ‘Gang Bank’ e ‘La vita a rate’, in cui racconto le cose. Mi chiedono come ne usciamo. Io le soluzioni le do, sono soluzioni di buon senso. Che la pubblica amministrazione paghi i debiti alle aziende per non farle fallire è buon senso. 

Il problema è che le ragioni del cosiddetto libero mercato, guidato dalla finanza, prevalgono sull’economia reale. Se tu torni a disciplinare questo meccanismo riporti l’economia reale in una posizione più centrale. Questo lo deve fare lo Stato, con i poteri che derivano dalla Costituzione. L’Europa non ha una Costituzione, è inutile che raccontiamo la favola dell’Europa politica.. non la vogliono l’Europa politica. Il MES è un organismo, non tutti sanno che non è solo una sigla ma un ‘Fondo Monetario Internazionale’ a livello europeo – in salsa europea – che ti dà delle linee di credito. Quindi è sempre una matrice finanziaria. Dobbiamo decidere: vogliamo continuare verso questo modello o vogliamo ritornare ad uno Stato centrale. Io voglio uno Stato centrale, il famoso sovranismo che non è altro che avere la sovranità nazionale di uno Stato che è in grado, con i poteri della Costituzione, di fronteggiare i pirati della globalizzazione. Se il Movimento 5 Stelle approva il MES tradisce il patto che aveva stipulato con gli elettori. Abbiamo fatto campagna elettorale e siamo entrati in Parlamento dicendo certe cose, se ora sono diventati europeisti allora lo dicessero e andiamo a nuove elezioni”.


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