Il signoraggio c’era già nell’antica Grecia: i retroscena che non sapevi sulla storia dell’economia

Secondo una teoria accreditata i primi banchieri dell’antica Grecia si chiamavano “trapeziti” ed è un nome che deriva da “τράπεζα” (“Trapeza”, tavolette).
Su queste cosiddette tavole, si segnavano appunto i valori delle monete, dunque come le antiche monete d’argilla delle epoche più antiche, anche nei templi greci iniziavano a circolare intorno al VI secolo a.C. monete che iniziavano ad assomigliare al denaro attuale.

Ebbene, i trapeziti erano sostanzialmente dei cambiatori di monete. Questo dipendeva dal fatto che all’epoca c’erano migliaia di città greche con altrettanti tipi di moneta in circolazione ed era difficile stabilirne il valore.

C’è da dire che spesso coloro che tacciano di ignoranza chi parla di cose non comunemente note, sono essi stessi ignoranti.
Si parla in questo caso del concetto di signoraggio: un tema non certo comune che però era già presente nell’antica Grecia.

I trapeziti di fatto avevano diverse funzioni. Il cambio delle monete, come già accennato, era una di queste. Le monete avevano tre valori. Un valore era intrinseco: il metallo di cui la moneta era costituita, ma questa moneta di fatto valeva di più di questo valore intrinseco.

La differenza tra valore intrinseco e valore della moneta si chiamava ‘valore nominale‘. In sostanza questo valore era la differenza dovuta al signoraggio, cioè al fatto che c’era un signore, un re (Βασιλεύς, “Basileus”) il quale decideva il valore di quella moneta e vi poneva la sua effige.

Il terzo valore era il valore commerciale della moneta, per il quale diverse monete avevano un valore diverso. All’epoca la dracma di Atene era una moneta molto forte, paragonabile all’attuale dollaro.

Malvezzi Quotidiani, l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi

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