La nostra società è piena di razzisti, evasori e odiatori di professione?
E’ così che spesso i rotocalchi principali dipingono il quadro dell’Italia nostrana, spesso definita una nazione piena di debiti e problemi a causa di fantomatici demeriti dei suoi abitanti, per non parlare dell’odio dilagante: ma è effettivamente una descrizione corretta?
A ‘Un giorno speciale’ è intervenuto il professore di diritto amministrativo Enrico Michetti, che ha dato la sua a tal proposito per dimostrare – a sua detta – che la realtà sia all’opposto di come spesso viene descritta dal nostro sistema mediatico.
“Si ritengono superiori come faceva qualcuno negli anni ’40” – L’intervista di Francesco Vergovich e Fabio Duranti a Enrico Michetti
“Affibbiare a qualcuno l’etichetta di odiatore, di evasore, di corrotto è un atto di supremazia, soprattutto se tu lo fai nei confronti di un soggetto che non è reo ma di un soggetto indiscriminato, una categoria sociale.
Si tratta di una parte del paese che ritiene il proprio pensiero superiore, come Hitler riteneva la propria razza superiore e non si capacita che un individuo che non si allinea ottiene numeri straordinari.
Cosa fa dunque il dittatore? Deve imporre un etichetta, deve denigrarlo. Non accetta democraticamente che quella persona rifiuti il loro dogma, la loro decisione di avere ragione. Chi non è allineato diventa quindi automaticamente un odiatore.
Noi siamo un popolo straordinario, un popolo riconosciuto tra i più generosi al mondo e tra i più umani. Un popolo che non merita che via siano manifestazioni che lo insultano, perché subire una manifestazione da persone che indossano il tricolore dicendo che c’è un pericolo di odio è un insulto al popolo italiano“.
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