Vedendo quel che sta accadendo in questi giorni col Mes (un’enorme fregatura per il nostro Paese) è utile tornare indietro con la storia dell’economia.
Per questo in precedenti pillole abbiamo parlato di quando sono nati i banchieri, i cosiddetti “trapeziti” dell’antica Grecia.
Abbiamo parlato di cambi e depositi: questi ultimi erano sia regolari che irregolari.
C’erano sia depositi di pagamento, che depositi irregolari “a vista“: di fatto si dava una somma da investire al banchiere. All’epoca però non si trattava di un banchiere vero e proprio, era una sorta di investitore, uno che per intenderci quel denaro non lo poteva prestare ma faceva in modo che venisse reso al creditore, col quale era quindi in affari.
Le caratteristiche essenziali di questo denaro erano tre: la prima è che si trattava di un deposito “a vista”, non c’era alcuna formalità, era una stretta di mano tra gentiluomini.
Subentra la seconda caratteristica, cioè l’onestà del banchiere che diventava fondamentale a questo punto e il creditore poteva revocare in qualsiasi momento questo impegno.
La terza caratteristica che in molti non conoscono era che così facendo, vista l’assenza di scrittura e libri contabili erano di fatto impegni a vista revocabili che servivano ai greci a sottrarre al fisco le loro proprietà.
“Come facciamo a salvare i nostri soldi dal Mes” si chiedono in molti. Ci avevano già pensato gli antichi: nascondevano al fisco le loro proprietà.
La cosa fa sorridere, ma è storia.
Malvezzi Quotidiani, l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi
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