Gianluigi Paragone, entrato in Parlamento con i grillini alle ultime elezioni, si è fatto portavoce del dissenso degli elettori che si sono sentiti traditi dall’alleanza con il PD e dal mancato rispetto di alcuni punti fondamentali del programma.
Da sempre voce molto ascoltata e radicale tra le file del partito fondato da Grillo e Casaleggio, le prime divergenze tra l’ex conduttore TV e il leader del partito Di Maio hanno raggiunto il punto di non ritorno pochi giorni fa con la conseguente espulsione di Paragone.
Per Paragone le scelte compiute da Di Maio sono troppo distanti dai valori “anticasta” costituivi dei grillini.
Intervenuto in diretta a “Lavori in corso”, Paragone ha espresso il suo punto di vista sulla situazione economia e politica dell’Italia. Ecco cosa ha detto nell’intervista di Luigia Luciani e Stefano Molinari.
Gianluigi Paragone ► “Non c’è più tempo: la politica è troppo lenta e l’Europa è una gabbia”
“L’Europa è una gabbia che non consente grandi politiche espansive, dentro questa gabbia però si concedono agli amici degli amici dei favori. Io sono perché lo Stato torni ad avere le proprie armi. Fosse per me scardinerei tutti i dogmi europei. Solo all’Italia viene contestato il famoso debito pubblico.
È un grande inganno quello del debito pubblico, avevamo lo stesso debito quando ci hanno fatto entrare in Europa… Il tema di fondo resta il Paese che ogni giorno che passa ha un problema in più. L’inganno è far credere che con il calendario e la prudenza della politica risolveremo i problemi. Invece i signori della modernità stanno bruciando i nostri diritti a ritmi forsennati.
Il paradosso è che i Governi continuano con l’assurda idea di favorire fiscalmente la rivoluzione dell’automatizzazione. Questo vuol dire regalare agli imprenditori la possibilità di licenziare il personale che non serve, il capitale umano che è l’eccellenza del made in Italy.
Siamo condannati a vivere una vita a rate perché la retribuzione non te la danno più, quindi sei costretto a chiedere soldi in prestito, entri nella spirale negativa delle restituzioni e se ti capita qualcosa di storto non sai più come uscirne. Non possiamo più aspettare i tempi della politica e non possiamo rimanere negli schemi dell’Europa.
La Germania fa il cacchio che vuole, le regole valgono per tutti o per nessuno. La Francia ancora oggi fa il grosso del suo PIL sfruttando le risorse coloniali e l’Europa non dice niente: sfrutta i Paesi in Africa e l’Europa non dice nulla! La finanza sta costruendo dei meta-Stati che non hanno regole, come Facebook.
Quello che io contesto al Movimento è il fatto che è come se avesse paura di tutto quello che ha detto in dieci anni. Ha il programma più innovativo ma ha paura di applicarlo. I vertici del Movimento hanno paura del loro stesso programma, io no” .
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