Ha salvato le nostre teglie antiaderenti dai graffi di posate e utensili da cucina, e ci ha risparmiato la faticosa pulizia delle incrostazioni. Si è resa fondamentale alla preparazione di ricette al cartoccio più moderne e salutari rispetto al solito alluminio (soprattutto nel consentirci l’impiego di ingredienti a base acida), e non avremmo saputo come fare senza di lei per ottenere quei conetti perfetti per decorare torte e biscotti con la ghiaccia o il cioccolato. Parliamo naturalmente della carta da forno, innegabilmente diventata sempre più presente nelle cucine domestiche, grazie ai suoi tantissimi vantaggi in fatto di praticità e risparmio di tempo.
Già da qualche tempo hanno iniziato però a diffondersi notizie su una sua presunta tossicità. Una ‘voce di corridoio‘ che ha fatto il giro di diversi siti e blog, ma su praticamente nessuno di essi, ad oggi, si trovano approfondimenti chiari ma soprattutto attendibili, fattore reso impossibile dall’esistenza di evidenze scientifiche che sostengano questa tesi.
La carta forno è prodotta con fibre di cellulosa (ricavate dal legno), lavorate meccanicamente e raffinate in un velo di carta, poi rivestito da uno strato di silicone che lo rende impermeabile (non a caso, si può anche bagnare e strizzare), antiaderente e resistente alle alte temperature – per la precisione fino a 220°C, informazione che potrete leggere voi stessi sulle più comuni etichette. La carta comincia progressivamente ad annerirsi quando viene superata di questa temperatura, e sembrerebbe che solo a questo punto inizierebbero ad innescarsi i reali rischi di contaminazione dei cibi.
Ma fate attenzione, perché anche in questo caso, il consiglio primario, accanto ad un corretto utilizzo, resta quello di preferire prodotti di qualità e/o dalla comunicazione trasparente al consumatore, senza lasciarsi conquistare dal “primo prezzo” o da prodotti di provenienza extraeuropea. Vi sono infatti alcune carte da forno che vedono l’uso di additivi chimici nell’impasto di cellulosa (secondo vere e proprie “ricette”) volti a sbiancare il prodotto e a conferirgli le migliori caratteristiche in fatto di performance. E’ inevitabile dunque che, ancor più del silicone, si generano forti dubbi in merito alla trasformazione-interazione di queste sostanze a contatto con gli alimenti ed il calore in cucina.
Dal punto di vista legislativo non esiste una normativa comunitaria in merito, ma si rimette a ciascuno Stato membro la possibilità volontaria di prendere provvedimenti. Ma per questa volta potete stare tranquilli: ad oggi Francia, Belgio, Germania, Olanda e anche l’Italia hanno provveduto a stilare norme specifiche volte a definire i parametri e le regole di realizzazione della carta da forno. Dunque, chiunque metta in commercio una carta da forno sul nostro mercato è obbligato a certificare che il prodotto contiene solo sostanze ammesse dalla legge per il contatto con gli alimenti. Inoltre, è bene sapere che nell’ultimo decennio il Rasff (il Sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi, ndr) non ha mai notificato problemi relativi a lotti di carta da forno.
E se ancora non siete sicuri, guardate più attentamente sullo scaffale del supermercato, e vi troverete un prodotto piuttosto recente sul mercato: è la carta forno naturale, dall’aspetto più “grezzo” di colore marroncino, che vi assicurerà l’assenza del processo di sbianchimento. Inoltre ha il vantaggio di essere biodegradabile!
Ricordate sempre inoltre che la carta può prendere fuoco se raggiunge una temperatura pari a 440°C.
Fonte: Prodigus.it