Ha fatto molto discutere negli ultimi giorni il provvedimento della sindaca di Roma Virginia Raggi che per fermare il livello delle polveri sottili nell’aria ha bloccato tutte le auto con i motori diesel nella città. Oggetto della discussione è il fatto che si sia posto un divieto a tutti i motori di questo tipo senza alcuna distinzione tra auto più moderne e più obsolete.
Il paradosso che si è venuto a creare è quello che a Roma in questi giorni potevano circolare vetture con motore benzina altamente inquinante e non i diesel di ultima generazione.
All’interno di questo dibattito si inserisce anche quello sulle auto elettriche e sul mancato incentivo da parte dello Stato per la transizione dai motori termici a quelli elettrici.
Perché in Italia non si riesce ad affermare la diffusione delle auto elettriche? Lo Stato dovrebbe fare degli sforzi in più per consentire la conversione del parco auto endotermico circolante in auto elettriche?
Ne abbiamo parlato con il Presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani insieme a Fabio Duranti e Francesco Vergovich.
“L’elettrico – ha detto Angelo Sticchi Damiani – è il futuro, ma ci vogliono dei tempi. C’è un grande sforzo delle case costruttrici per fare dei modelli diesel e benzina sempre più ecocompatibili, lo stesso anche le case produttrici di carburanti. Quel divario che c’era 2-3 anni fa tra una macchina elettrica e una termica non c’è più. Bisogna tener conto di questo, anche se la transizione verso l’elettrico è in atto e dobbiamo andare avanti. Però non siamo ancora pronti, non abbiamo colonnine di ricarica, non abbiamo energia elettrica da fonti rinnovabili significativa e non abbiamo delle auto ad un prezzo accettabile e concorrenziale. Per cui oggi però fermare un Euro 6 diesel non ha senso“.
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