Gianluigi Paragone, giornalista onesto e schierato saldamente contro l’euro-zona e in difesa della sovranità nazionale come baluardo della democrazia, è stato sciaguratamente espulso dal Movimento 5 Stelle.
La sua unica colpa? Essere rimasto fedele al Movimento delle origini. Aver mantenuto le istanze originarie del partito: difesa della sovranità contro il globalismo, difesa della democrazia e dell’interesse nazionale contro l’interesse dei mercati e della Banca Centrale Europea.
Cosa sta accadendo all’interno del Movimento 5 Stelle? Un gruppo in origine rivoluzionario ha smarrito la sua carica rivoluzionaria e da partito oppositivo e anti-sistemico è ora diventato un partito governativo.
Ciò è avvenuto, in maniera evidente, nel passaggio da Governo gialloverde e a Governo giallorosso.
Con l’avvicinamento fatale al Partito Democratico, partito filo-bancario e filo-sistemico, il 5 Stelle ha finito col decaffeinarsi e con l’abbandonare l’istanza rivoluzionaria.
Una parabola ben rappresentata dalle parole di Beppe Grillo che se in origine mandava a quel paese la casta, recentemente si è trovato a mandare a quel paese quanti nel Movimento non hanno accettato la scellerata unione con il PD.
Le colpe di Paragone: essere coerente e difendere gli interessi della Nazione
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