Sigonella, un grande atto di orgoglio nazionale nel respingere una prepotenza imperialista degli Stati Uniti. Forse l’ultimo di cui ci si possa ricordare. E poi Carola Rackete, che senza un motivo di urgenza particolare sperona (volontariamente?) una motovedetta della Guardia di Finanza. Atto che, con tanto di applausi di due parlamentari a bordo, viene poi persino idolatrato.
Come siamo passati dall’una all’altra cosa? Cosa è successo al nostro paese?
Queste i dubbi che Fabio Duranti ha posto al Direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti. Insieme a Francesco Vergovich, ecco com’è andata la diretta di ‘Un giorno speciale’.
“L’Italia aveva il più grande partito comunista d’Europa e questo partito, dal ’45 quando è finita la seconda guerra mondiale, cerca legittimamente, ma soprattutto pretende, di governare questo paese.
Fino al 1989 non lo poteva fare perché c’era il muro di Berlino, dall’89 si è aperta la possibilità di governare ma prima è spuntato Berlusconi, poi Salvini…
Non riuscendo a prendere il potere per vie democratiche ed elettorali cerca di impedire agli avversari di turno di governare usando tutti i metodi giudiziari possibili e usando una retorica pericolosissima: una volta Rackete, una volta Greta, una volta le Sardine… Perché poi è questo, retorica.
Noi siamo ancora in una guerra civile che fortunatamente non si combatte più con il mitra, ma che è ancora in corso”.
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