Il mondo nel quale viviamo è sempre più interconnesso, smartphone tecnologicamente avanzati ci permettono di fare cose impensabili fino a qualche anno fa.
La necessità di caricare contenuti sui social network ha pervaso la nostra vita quotidiana: foto di cibo, di gatti e delle vacanze…finisce tutto on line.
Gli assistenti vocali sembrano essere il futuro verso cui il mondo si sta muovendo, chiedere ad “Alexa” le condizioni meteorologiche della giornata sarà sempre più la consuetudine.
In molti si interrogano su quanto sia possibile garantire la tutela dei dati personali nel momento in cui consentiamo a questi dispositivi di entrare a conoscenza perfino di quante ore a notte si passano a dormire. I dati della telecamera che inquadra nostro figlio mentre dorme siamo sicuri non finiscano in mani indiscrete?
Connessione globale, tutela dei dati e sostenibilità sociale sono stati solo alcuni dei temi che hanno affrontato Francesco Vergovich e Fabio Duranti durante “Un Giorno Speciale”
“Per noi è normale, non ci indigniamo più, i grandi ricchi ci hanno fatto passare questa cosa come fosse normale.
Noi assistiamo all’influencer che guadagna 100.000 euro al mese e gli diamo pure retta. Facciamo quello che ci dice.
A Sanremo ci sono degli orchestrali che guadagnano 50 euro per lavorare 10 euro al giorno e poi ce n’è uno sul palco che 300 mila per dire una scemenza.
Nessuno si indigna di questo, noi non ci indigniamo che esistano discrepanze, che esistono discriminazioni.
Non ci indigniamo ad esempio del fatto che il negozio gestito da soggetti extra comunitari che hanno delle leggi apposite e non pagano le tasse mentre l’altro accanto ha dovuto chiudere perché lui le tasse le doveva pagare e quindi o faceva il bandito o chiudeva.
Non ci indigniamo più se arriva una legge che ci dice che dobbiamo fare il GDPR e cioè dobbiamo compilare un miliardo di moduli per continuare a mantenere la nostra attività con sito web. Poi ci mettiamo in casa l’Alexa di turno o l’aggeggio che inquadra nostro figlio con una telecamera mentre noi andiamo al ristorante per fare l’apericena: non sappiamo che stiamo distribuendo i nostri dati a soggetti che non conosciamo.
Ieri sera a Presa Diretta hanno mostrato come ci siano degli apparecchi che ci spiano che si collegano a 60 server cinesi e meno costano e più si connettono a server vari perché è ovvio che se tu una cosa la paghi poco il prodotto sei tu.
Quelle poche persone che cercano di istruirsi vengono bullizzate.
Qualcuno di voi ha visto quando Google ti manda a dire “il resoconto del mese”: sei stato qui, sei stato qui, ma che me lo devi dire? Lo so perfettamente.
E poi parlano di privacy dicendo che sei tu che li hai autorizzati.
Quando compri questi apparecchi se non accetti tu quell’apparecchio non lo puoi utilizzare, “ma come mi avevate detto che potevo vederci mio figlio ma mica mi avevate detto che dovevo firmare un disclaimer lungo 50 pagine a mandare le mie immagini e il mio audio in 50000 siti”.
Una volta che noi accettiamo questo tipo di società, è andata…questa storia ci poterà a un bivio per cui la prossima guerra civile sarà più cruenta delle altre, la tecnologia ha portato dei soggetti ad essere potenti al punto che i grandi dittatori del passato sono nulla in confronto.”
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