Il Governo potrà attribuire al nuovo virus ogni responsabilità per i conti economici fallimentari del nostro Paese e per il preoccupante immobilismo che affligge le istituzioni nazionali.
La nostra sanità per quanto bistrattata ha dato prova di efficienza e se gli esperti fossero stati ascoltati sin dall’inizio probabilmente si sarebbe ridotta l’area di contagio.
Il coronavirus ha rivelato però, anche le capacità visionarie del nostro premier, il quale, ben prima che riverberasse l’emergenza sanitaria, già preconizzava per il Paese “una cura da cavallo”.
Probabilmente nella sua testa già prevedeva un trattamento coatto per il cittadino italiano spolpandolo oltremisura o finché possibile, ma mai, forse, avrebbe pensato all’uso massivo di antivirali per dar corso ai suoi rimedi.
Il coronavirus, o vairus, nella portentosa declinazione inglese del termine latino.
Un lascito davvero notevole che il Sovrintendente all’Unità di Crisi della Farnesina ha inteso donare al povero Paese che si è affidato ai suoi miracolosi prodigi.
Non c’è più bisogno di opere pubbliche, perché non si potrebbero frequentare. Né di servizi efficienti perché, comunque non si potrebbero utilizzare.
Ma anche se pensassimo a politiche un po’ più raffinate come il sostegno al Made in Italy, sarebbe tutto inutile per un Paese che si avviasse all’isolamento.
Bar, ristoranti, luoghi di svago, esercizi commerciali in genere, che già battevano la fiacca dinanzi ad un governo cinico ed insensibile ai loro problemi, oggi non potranno più prendersela con l’incapacità di chi ci guida, ma con il coronavirus.
Interrotti i voli non ci sarà più neanche bisogno dell’Alitalia, ormai verso una considerazione internazionale di vettore per il trasporto di untori o comunque di soggetti indesiderati.
Un problema in meno per il governo, capace più a crearli (i problemi) che a risolverli.
Una vera panacea il coronavirus, che viene coccolato, seguito meticolosamente, ispezionato ad minutum, e trattato come l’unica neve di una località sciistica in un inverno siccitoso.
Una vera manna dal cielo, per un Governo ormai ridotto agli schiamazzi.
Vivificata a suon di bollettini, come la più terribile delle pandemie, mentre nel mondo non si preoccupano neanche di accertarla e continuano a curarla come influenza o polmonite.
Ma per quanto ben conservata ed alimentata, finanche con allarmismi psicotici, anche questa influenza svanirà e lascerà evidenti i veri segni di un Paese in grave difficoltà, già indebolito dagli antivirali, e pronto per quella “cura da cavallo” che la “malapolitica” ha soltanto rinviato.
Enrico Michetti