Per gli italiani il caffè è un rito irrinunciabile. Lo si beve al bar, a casa, dopo i pasti, in ufficio, quando si vuol fare una pausa. Il suo aroma inconfondibile favorisce le relazioni e il buonumore. I cultori della bevanda riescono a riconoscere la miscela impiegata per prepararlo, qualcuno addirittura è in grado di fiutare, quando il caffè è ancora nella moka, l’origine dei chicchi dai quali la polvere è stata ricavata.
Polvere di caffè come polvere di stelle: la bevanda è amata in tutto il mondo e gioca un ruolo fondamentale anche durante le riunioni di lavoro e le transazioni economiche. Il suo profumo apre la giornata e c’è persino chi non abbandona il letto, se prima non sorseggia del caffè fumante.
Eppure, neanche i più esperti amanti del caffè, pur intuendo di trovarsi di fronte ad un prodotto diverso, riuscirebbero mai ad indovinare quale sia l’origine del Kopi Luwak, il caffè più costoso e stravagante mai prodotto, al mondo. Coltivato in Indonesia ha un gusto tutto suo e il processo di produzione della bevanda è tutt’altro che ordinario.
Il suo nome si spiegherebbe in questo modo: kopi sta per caffè, mentre luwak è un termine che fa riferimento ad un carnivoro di piccola taglia, simile ad un gatto selvatico asiatico. Questi animali vengono nutriti con insetti, piccoli mammiferi, uova e rettili di piccole dimensioni ed anche con bacche di caffè.
La bevanda indonesiana è speciale proprio perché ricavata dalle feci del carnivoro. Gli enzimi del suo stomaco non sono in grado di digerire l’interno della bacca ma agiscono sull’involucro esterno, eliminando il sapore amarognolo e conferendo alle bacche un gusto di cioccolato, misto a caramello.
Una procedura che suscita comprensibilmente un moto di disgusto in chiunque apprenda questa informazione. Ma superata quella che può essere l’iniziale ripugnanza, si deve tener presente che il processo di produzione non si ferma certo a quanto avviene nell’intestino dell’animaletto. Prevede fasi e passaggi che conducono poi alla realizzazione di una delle bibite più costose e prelibate al mondo. Parola di chi l’ha provata.
In fondo la pagliata o meglio pajata, ovvero l’intestino tenue del bue, utilizzato per la preparazione di un tipico piatto della cucina romana, è un cibo gustosissimo e al tempo stesso qualcosa a cui si pensa non senza una smorfia di disapprovazione. Le implicazioni etiche sono tante, quando si finisce su questo terreno; anche il Kopi Luwak crea non pochi problemi etici: la produzione del caffè indonesiano implica lo sfruttamento di allevamenti intensivi di Luwak, con presumibili danni per l’ambiente.
Qualcuno sta pensando di creare la bevanda in laboratorio per eliminare questi problemi. Negli USA, come in Europa e in Giappone, un chilo di Kopi Luwak può costare anche fino a 1000 dollari. Settanta per una sola tazzina. Pensando agli animaletti sfruttati e alla tasca, ne vale la pena?
Fonte: Prodigus.it
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