L’incredibile errore sulla targa di Parma: dimostrazione di quanto questa politica disprezza la cultura

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro

E’ accaduto realmente anche se la ragione, non a torto, stenta a credervi.
E’ stata inaugurata a Parma, sopra la porta di accesso alla sala del consiglio comunale la lapide commemorativa della storica battaglia di Parma del 12 febbraio 1248.
Tale battaglia vide la sonante sconfitta di Federico II di Svevia.

Ciò grazie al valore, alla potenza e alla salda fermezza del popolo di Parma che ruppe l’assedio di Federico II e salvaguardò l’autonomia e libertà del civico comune.

Accade ora tuttavia che la lapide inaugurata a Parma in questi giorni dica “Federico II di Svezia“, anziché “Federico II di Svevia”.

Si tratta di un fatale refuso o invece di una volgare esternazione dell’ignoranza dilagante nella società dello spettacolo a forma di merce?

Naturale e fondatissimo ovviamente l’imbarazzo del sindaco di Parma Pizzarotti.
L’accaduto costituisce una prova in più a sostegno di quanto da tempo andiamo sostenendo: la politica manca oggi della cultura.

Non per caso diviene mera gestione tecnica, pura amministrazione budgettistica, semplice calcolo utilitaristico privo di visione e di progetto, di memoria e di sapere.
Con la sintassi del divino Platone la politica decade a mera tecnica e non è più Paidéia, cioè formazione culturale in senso alto e profondo.

Così si spiega l’avversione che la politica oggi ostenta sempre più in forme non di rado grette e volgari nei riguardi della cultura, giudicata oziosa, astratta, inutile e forse anche perniciosa.

Si è così transitati senza soluzione di continuità all’incubo dei tecnici acefali in parlamento e alla figura egemonica del politico rozzo e ignorante ben si addicono le parole di Giovanni di Salisbury: “Un re illetterato non è altri che un asino incoronato“.


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