Ecco il titolo dell’intervista a George Soros comparso ieri sul Corriere della Sera: “George Soros: «La società aperta va difesa». Ed elogia le Sardine: «Niente male»”.
Soros difende le società aperte orientate al libero mercato. La openness di cui parla altro non è che l’apertura desiderata dalla classe dominante che aspira a vedere il mondo come un unico mercato mediante il quale trarre profitto senza limiti.
Soros naturalmente non specifica che suddetta società aperta non coincide con la democrazia ma ne è il rovesciamento.
La classe dominante di cui Soros è espressione aspira al superamento degli Stati nazionali, quindi al trasferimento della democrazia dei Parlamenti nazionali alle scelte di enti come la Banca Centrale Europea.
Non è certo casuale che nella sua surreale intervista al Corriere celebri a più riprese l’Unione Europea come modello di società aperta. E non è un caso che consideri il Brexit come un abbandono inaccettabile.
L’intervista colpisce perché è la parola del padrone che viene presentata come se fosse degna di essere ascoltata da tutti.
Interessante il riferimento alle Sardine, prova del fatto che le sardine sono un prodotto inscatolato ad arte dal padronato cosmopolitico. E interessante anche come Soros si scagli contro Putin, prova del fatto che Putin è dalla parte giusta e che bisogna sperare nella sua Russia come forza di resistenza al gobalcapitalismo.
Ciò che più di ogni altra cosa può definirsi surreale, infine, è che Soros dai giornalisti venga presentato quasi come un santo: nessuno osa mai metterlo in discussione.
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