“A chi interessa che caschi un ponte, smettiamola”. Queste le parole di Oliviero Toscani – ormai ex – fotografo di fiducia Benetton a ‘Un giorno da pecora’ su Radio Uno. Si parlava del Ponte Morandi. Della tragedia del Ponte Morandi.
Smettiamola? Non la smettiamo affatto. Prima di tutto in rispetto di quei 43 morti e delle loro famiglie. Famiglie che non si danno una spiegazione del come possa succedere in uno stato civile che si continui a privatizzare gli utili e a pubblicizzare le perdite.
La politica delle privatizzazioni: una scelta neoliberista portata avanti a partire dagli anni ’90 nel nostro paese. Hanno privatizzato tutto quello che produceva ricchezza pubblica al grido ideologico di “privato è bello, pubblico è male”.
Questa economia neoliberista ha creato due mondi: quello dei poveri e quello dei ricchi.
Chi se ne frega se i poveri cadono da un ponte?
Non funzionano così le cose in un mondo normale, ma nel mondo dell’Unione Europea per come è stata concepita questo divario tra poveri e ricchi è aumentato a dismisura.
Il nostro paese è stato svenduto in nome del dio denaro.
La pubblicizzazione delle perdite nei bilanci a fronte della privatizzazione dei bilanci di aziende private è una storia recente del nostro paese che ci indigna.
Il governo non revocherà le concessioni, ormai lo abbiamo capito tutti. Si limiterà a un buffetto sulla guancia.
Noi non la smettiamo di indignarci a questa favola del “privato è bello, pubblico è male”. Quel grido all’efficienza ci fa capire che ci sono dei bilanci che non sono sanabili, e non sono i bilanci delle perdite di denaro, sono i bilanci delle perdite di vite umane.
A chi interessa che cada un ponte? Caro Oliviero Toscani, interessa alle persone buone, a quelle che hanno capito che uno Stato non si basa solo sulla presunta efficienza, ma su un’altra parola: giustizia.
Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi
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