Marco Rizzo ► “Lagarde e Junker scelgono governi e ministri: l’opinione pubblica non conta più?”

Mancava qualche ora al secondo governo a trazione giallorossa, pochi giri d’orologio al secondo mandato di Giuseppe Conte, eppure la presidente del fondo monetario internazionale sembrava sapere già tutto sulle storti del nuovo esecutivo italiano.
Christine Lagarde era già a conoscenza de mandato di Gualtieri come nuovo Ministro dell’Economia ad esempio, mentre Jean Claude Junker si riferisce all’operato di Conte parlando in prima persona.

A Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista non torna qualcosa in questa vicenda, come non gli torna il fatto che le tasse che paghiamo vadano in parte nelle mani dei banchieri, invece che essere destinate alle opere pubbliche sempre più fatiscenti in Italia.

A ‘Un giorno speciale’ Rizzo ha espresso dubbi e pareri anche sul mandato del Ministro Roberto Gualtieri, che sfida pubblicamente.
Ecco l’intervista.

Marco Rizzo ► “Christine Lagarde decide i ministri e Junker il loro operato: l’opinione pubblica non conta più?”

In passato i poteri che condizionavano l’Italia avevano un atteggiamento di controllo ma non di arroganza; Christine Lagarde, presidente uscente del fondo monetario internazionale, a poche ore dalla nomina dell’ultimo Governo, ha detto di Gualtieri che sarebbe stato un buon Ministro, mentre Junker ha detto: “Faremo fare a Conte quello che abbiamo fatto fare a Tsipras”.
Mi chiedo che grado di autonomia abbia Gualtieri nei confronti di questi signori.

Evidentemente ci sono dei legami, dei controlli che contano molto più dell’opinione pubblica: Gualtieri sta col popolo italiano o con quei signori?

Io fino a 6-7 anni fa esigevo anche in malomodo la ricevuta fiscale, perché credevo che quei soldi sarebbero entrati in una fiscalità collettiva, cioè pensioni, scuola, sanità… oggi sono ragionevolmente certo che servano a risanare il debito pubblico, quindi vanno alle banche e a quei signori.

Oggi se non mi fanno la ricevuta fiscale non dico nulla perché se devo scegliere tra la sopravvivenza del mio piccolo ristoratore e la grande banca, il grande capitale, la grande multinazionale dico che sono loro che eludono perché è lo Stato permette ad Amazon di pagare il 3% di tasse.

Noi siamo nelle condizioni di poter dire che la tecnologia, la scienza, l’innovazione fanno produrre le cose che ci servono sempre in minor tempo, quindi quando vi dicono che le startup sono nuovo lavoro, si tratta di lavoro che cambia ma ce ne sarà sempre meno perché una startup funziona bene se riduce i tempi di lavoro.

Abbiamo quindi due soluzioni: quella attuale dove il signor Amazon diventa il padrone del mondo, oppure lavorare tutti, lavorare meno e vivere molto meglio.

Le aziende oggi vanno a credito di imposta se investono su ricerca, formazione sviluppo: come mai lo Stato non fa la stessa cosa coi costi di ricerca, formazione e scuola che vengono contabilizzati a costo e non a credito?
Se facessimo questo faremmo una bella pernacchietta ai signori della gabbia europea e avremmo 65-70 miliardi in più ogni anno, non servirebbe nemmeno la manovra economica
“.


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