Ripensandoci il Verona lascia due punti a San Siro. Prende due pali, finisce in dieci, consente al Milan le ultime speranze di vittoria ma il risultato resta sul pari e serve più ai veneti che ai milanisti privi di tutto nel senso di Ibrahimovic fuori per influenza nostrana.
Non un grande Milan ma mai c’è stato in questi ultimi anni, ottimo e abbondante il Verona che in contropiede ha creato mille guai alla difesa rossonera sempre più impacciata.
Si è rivisto Paquetà, si è visto un buon Rebic nel primo tempo ma, soprattutto, si è visto, per due minuti, quelli conclusivi, Daniel Maldini, nipote di Cesare, figlio di Paolo, la storia bellissima e incredibile continua ed è una pagina dolce di un calcio amaro, sempre più, per gli arbitri e le parole dei dirigenti.
Il Milan privo del suo gigante svedese non ha avuto peso effettivo in prima linea, di contro l’Hellas ha dimostrato di saper leggere con attenzione la partita, senza avere alcun fenomeno in gruppo ma tutti per uno e uno per tutti. Amrabat è stato il migliore, espulso salterà la partita con la Lazio, ottimi Zaccagni e Verri, il resto ha lavorato con la prudenza e la logica. Dunque due facce dello stesso football, un club che cerca di ritrovare il passato e un altro che da quel passato è fuggito per ricostruirsi senza cercare l’impossibile ma badando al sodo.
Tony Damascelli