Padri e Patria sotto attacco dei mercati: così imporranno la legge del consumo

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro

La civiltà nichilista dei mercati si esprime anche e non secondariamente nella dissoluzione della figura del padre, simbolo dell’identità e della provenienza.

Il padre è la figura che permette al soggetto di identificarsi in una storia e in una tradizione: di essere se stesso insomma.
Di ciò offre un fulgido esempio il patronimico greco ad esempio (“Il Pelide Anchille“).

La figura del padre corrisponde sul piano individuale al padre biologico, che ha generato l’individuo come suo figlio, riconoscendolo e inserendolo in una tradizione familiare e in una storia.
Il figlio non è solo la mera individualità vivente che esiste dalla nascita, è anche la storia familiare che egli si porta alle spalle e con la quale si identifica.

Sul piano collettivo il padre coincide con la Patria, terra dei padri, l’equivalente per i popoli di ciò che il padre biologico è per gli individui.
I popoli non esistono come coacervo di individui senza memoria e prospettiva, si identificano invece con la storia dei loro padri che li hanno preceduti.

Oltre che emblema dell’origine e dell’identità il padre è simbolo della legge, una legge che non soffoca il desiderio, ma che invece lo incanala rendendolo produttivo e fecondo, razionale e legato al principio di realtà.

Legge e desiderio devono infatti trovare una loro armonia, ciò secondo un equilibrio che si ponga a giusta distanza sia da una legge autoritaria che soffoca il desiderio che da un desiderio anomico, che si rovescerebbe in godimento mortifero e senza interdizioni.

Prima del ’68 l’ordine borghese aveva prodotto figure di legge autoritaria, lo abbiamo visto con i regimi totalitari rossi e neri.

Dopo il ’68 invece si produce una tendenziale unilateralità di segno opposto. E’ la società di libero consumo e di libero costume, la società del desiderio sciolto da ogni legge o in ogni caso superiore ad essa.
La società senza padri, appunto.

In sintesi il totalitarismo antiautoritario deve dissolvere ogni figura della legge e della misura, del confine e del tabù. In una parola, deve dissolvere la legge incarnata dal padre.

Ucciso il padre non sopravvive alcun ideale di ordine etico, religioso o politico: ogni desiderio di consumo diventa legge riconosciuta e rispettata.

E’ la condizione della notte dei proci: in assenza del padre Odisseo a Itaca regna il godimento atomico ininterrotto, dissipativo e infecondo.


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