Coronavirus, l’odissea dei tassisti ► “Danno economico? Ora è un problema riuscire a fare la spesa”

“Cosa ho pensato, quando è iniziato l’allarme vero e proprio? Ho riflettuto subito su come la questione sanitaria investe una categoria come la nostra: siamo in strada, a contatto con il pubblico, frequentiamo tutti i luoghi dove il contagio ha occasione per attecchire e propagarsi…In realtà, pure se stiamo vivendo un momento storico senza precedenti in tutta Europa, non è la prima volta che noi tassisti abbiamo a che fare con le emergenze sanitarie: siamo sempre tra i più esposti e ne ho vissute tante in 33 anni di servizio; ricordo per esempio ai tempi della “Cinese”, quando io stesso restai a casa due settimane…”.

A colloquio con Alessandro Genovese, responsabile nazionale per l’UGL Taxi, per parlare del momento difficile che la categoria, al pari di tante altre, sta attraversando. 

Come responsabile, come hai pensato di proteggere la categoria?

“Visto che siamo particolarmente esposti, sia come potenziali ricettori che come trasmettitori del virus, il rischio come ti dicevo mi è apparso subito evidente; mi sono premurato di far adottare qualsiasi norma comportamentale atta a proteggere il più possibile i conducenti e la clientela”.

Dalle istituzioni che tipo di supporto avete ricevuto? 

“Fammi dire che, a un mese e qualche giorno dall’esplosione del contagio, non abbiamo visto alcun amministratore, né comunale, né regionale e nemmeno nazionale, che ci abbia fornito un reale supporto. Abbiamo solo ricevuto un’indicazione, tramite circolare ministeriale, riguardante l’uso di mascherina e guanti, unite al divieto di far sedere il passeggero davanti accanto al conducente. Il Comune di Roma non ci ha fornito nulla a livello di materiale, quindi molti colleghi, soprattutto i primi tempi, si sono ingegnati con allestimenti e materiali di fortuna. Sia per la protezione personale che per quella del veicolo. Posso, per fare un esempio, raccontarti di “pareti divisorie” tra i sedili davanti e quelli dietro allestite in maniera davvero artigianale…”.

Alle istituzioni cosa chiedete, in un momento come questo?

“Come responsabile nazionale UGL Taxi, ho dato l’indicazione di allertare alla minima attenzione per supportare economicamente il settore. Amo ricordare che siamo anche protagonisti di un paradosso, come categoria: siamo di fatto un servizio pubblico per gli oneri e gli obblighi, ma siamo dei privati per quanto riguarda tutti gli altri aspetti; in parole povere, è tutto a carico nostro, dalla manutenzione del mezzo a ogni altro aspetto. Il governo a oggi non ha erogato nemmeno i 600 Euro di cui tanto si è parlato; nella giornata di domani dovremmo ricevere le prime indicazioni per la procedura. Quanto tempo passerà poi? Chi può dirlo…”.

Come possiamo quantificare il danno economico medio per un tassista?

“È presto detto: a oggi con la riduzione dell’organico volta a evitare doverosamente assembramenti nelle varie piazze di sosta, si lavora un giorno sì e tre no. Nel giorno in cui si lavora, la media è di una o due corse al giorno…in mezzo, soste di attesa nelle varie aree di tre o quattro ore…sono chiusi alberghi, uffici, ristoranti, aeroporti. Sono aperte le stazioni, ma il traffico è ridotto del 90 per cento, più o meno. Abbiamo trasportato qualche anziano per visite specialistiche già prenotate o chi ha fatto in tempo a rientrare da fuori, come professionisti e studenti fuori sede. Capisci da te che il problema, letteralmente, ora è quello di riuscire a fare la spesa…“.

In mezzo a tutte queste difficoltà, vi siete messi a disposizione del settore sanitario, fornendo gratuitamente il servizio a tutto il personale…

“Le iniziative sono “fiorite” in tutta Italia e si sono moltiplicate, da parte di varie cooperative; hanno messo a disposizione il servizio in modo molto variegato, anche allargando il raggio d’azione, per esempio garantendo anche il trasporto della spesa per anziani o disabili. Mi piace segnalare, per quanto riguarda Roma, la staffetta che con 56 tassisti abbiamo creato fuori dallo “Spallanzani“, per tutto il personale medico – sanitario, facendo sanificare le vetture dopo ogni viaggio. Certo, non è il momento delle polemiche, però siamo rimasti sorpresi, per usare un eufemismo, quando abbiamo visto che la Regione ha consentito anche a Uber di essere lì fuori. Ci è sembrato, come dire, fuori luogo… Detto ciò, da queste giornate ho ricavato un arricchimento dal punto di vista umano che non si può tradurre del tutto a parole…”.

La tua richiesta, per quando tutto questo sarà passato?

“Provvedimenti efficaci e strutturali a supporto della categoria. In attesa che tutto riprenda, in tutti i suoi aspetti e in tutti i luoghi e settori della vita pubblica in cui il nostro lavoro fornisce il servizio. Soprattutto me lo auguro, al più presto possibile, per il turismo, anche se in questo momento forse non si riesce a essere così ottimisti”. 

Ecco come Alessandro Genovese, responsabile nazionale per l’UGL Taxi, ha messo in sicurezza il suo taxi per combattere i pericoli dell’emergenza coronavirus.

Paolo Marcacci