Ferrero scatenato: “Conte sta per i fatti suoi e a noi spostano i contributi senza guadagnare. Ma di che parliamo?”

Radio Radio Lo Sport, fate una cosa, fate dire a Conte se chiude la bocca anche a voi così abbiamo risolto tutti i problemi“, una vena polemica inviperita, degna del soprannome che benevolmente gli rivolgono i tifosi della Serie A: Massimo Ferrero non si è certo fatto pregare per dare risposte sincere in diretta nella medesima trasmissione.

Si sente censurato il presidente della Samp, come se a un imprenditore, per quanto facoltoso, di questi tempi non venga data la possibilità di parlare, di esprimere il proprio sdegno che, dall’alto dei milioni della Serie A (o del cinema), è comunque causato da uno scenario che nessuno auspicava.

Così, dopo l’ipotesi del bresciano Cellino, arriva una lamentela che suona proposta: “Conte è una persona per bene ma a noi hanno spostato i contributi di due mesi senza entrate. Dicono che sta lavorando per gradi, la mia domanda è: a che serve lavorare per gradi?
L’appello inviperito di Ferrero risuona e si fa rappresentante di una grossa fetta di patron del calcio. Seppur nella solita ironia che suscita sempre sorrisi, il presidente della Samp è sembrato più serio del solito a ‘Radio Radio Lo Sport’.
Ecco l’intervista.

Ferrero scatenato: “Conte sta per i fatti suoi e a noi spostano i contributi senza guadagni. Ma di che parliamo?”

Tutti parlano e invece sarebbe il momento di non parlare, di dare soluzioni. Tutti i giorni sentiamo problemi, non c’è niente da gioire o da ridere, c’è solo una gran confusione e con la malattia non si scherza. L’abbiamo tutti sottovalutata.

I miei ragazzi stanno tutti bene, qualcuno di loro è già uscito, qualcuno è asintomatico però Dio ci ha aiutato anche in questo.
Serie A? Qui parlano tutti, ma il problema è: quando ripartirà questa roba? Qualcuno ce lo può dire? No, non lo sa nessuno, tutti parliamo, tutti facciamo filosofia, tutti facciamo teoria, ma nessuno sa niente. C’è gente che muore, combattiamo una guerra che non si vede e parliamo di calcio? Ancora vogliamo parlare di calcio?

Stipendi? I calciatori sono dipendenti privilegiati e secondo me o c’è una legge di Stato, oppure i calciatori, che sono persone di buon senso, dovranno capire con le società cosa c’è da fare. Io gli altri dipendenti che ho nello spettacolo li ho mandati tutti in ferie, perché lo Stato non fa niente. Poi tra un po’ ci sarà la cassa integrazione e a che serve? Non sappiamo mica quando ripartiamo. E quando ripartiamo che facciamo? E’ lì che lo Stato ci deve dare gli strumenti.

Facciamo un’ipotesi, ci danno un mese di preparazione dal 4 aprile, arriviamo al 4 maggio: dovremo fare dodici partite. Arriviamo ad agosto. Che succede col campionato successivo? E con gli Europei?
Li abbiamo spostati e va bene questo modo di essere, va bene credere di ripartire, ma poi dobbiamo fare altre otto settimane di stop per gli Europei. Cominciamo a parlare del dopo, non del prima.

Giuseppe Conte è una persona per bene, sta lì, sta bene, i medici ci sono e a noi spostano i contributi di due mesi in un momento in cui noi non incassiamo niente. Ma di che parliamo?
Dicono che sta lavorando per gradi, la mia domanda è: a che serve lavorare per gradi?

Ferie anche ai giocatori? Hanno un contratto diverso, sono persone a tempo determinato, hanno una filosofia diversa e in ferie ci vanno quando finisce il campionato, quando i rotocalchi si divertono a vedere cosa fanno questi “mircaolati”. Nel cinema ci sono ragazzi che lavorano tutti l’anno, non hanno mai ferie perché lo spettacolo non si ferma e io li ho messi in ferie perché devo pensare a pagare dei padri di famiglia, perché i soldi del Governo non sono sufficienti.

Se si ferma il campionato si potrebbe giocare a 19 squadre o a 21. Il Benevento che ha 19 punti che deve dire? Non può restare a guardare.
Scudetto? So che Lotito mi odierà ma così è la vita. La prima è la Juve? Finisce così.
Si deve proseguire con queste posizioni, così’ come stiamo. Questa è la direzione da prendere se vogliamo fare l’Europeo
“.


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