“Se l’emergenza fa chiudere le imprese vuol dire che erano già in crisi”: la nuova bufala degli scemi del villaggio

Come era solito ricordarci un grande pensatore e scrittore Umberto Eco, una volta gli scemi del villaggio andavano al bar, dove erano circoscritti con il bianchino in mano e dove gli altri avventori li caricavano di insulti o li minimizzavano.

Oggi con l’avvento dei social si è scambiato il diritto di parlare con l’obbligo di dire scemenze: “Tanto di coronavirus muoiono solo gli anziani“, leggo tra le righe e mi domando: e quindi?
E’ giusto che muoiano in quanto anziani? Se fosse tuo padre o tuo nonno sosterresti lo stesso?

Se un’impresa dopo una settimana è già in crisi vuol dire che prima non stava tanto bene” è l’altra scemenza. Probabilmente detta dal fratello dello scemo del villaggio precedente.

Innanzitutto è ovvio che erano già in crisi da prima, visto che sono vent’anni che viviamo di politiche neoliberiste che ci hanno messo allo stremo.
E’ altresì ovvio che le imprese italiane, chiudendo una settimana o un mese si rischia che quelle imprese non aprano più.

Non si può discutere con gli scemi del villaggio, invitiamo invece le persone normali ad impedire che queste persone aprano bocca facendo quel che si faceva nei bar un tempo: smentendoli o – ancora meglio – mostrando indifferenza.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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