Serie A e coronavirus: cosa faresti se fossi il Presidente della FIGC? ► Vota la decisione migliore

Cosa faresti con il campionato di calcio se fossi il presidente della FIGC Gravina?

COSA FARESTI CON IL CAMPIONATO SE FOSSI GRAVINA? 

ABBIAMO CHIESTO AI NOSTRI OPINIONISTI DI VESTIRE I PANNI DEL PRESIDENTE DELLA FIGC E DI DECIDERE COSA FARE CON LA SERIE A DI FRONTE ALL’EMERGENZA CORONAVIRUS.

Tony Damascelli

Inutile aspettare. Inutile sognare e sperare. La vita ha altre priorità, il calcio viene dopo, lui sì, può attendere. Ma stavolta non c’è spazio e non c’è tempo per indugiare. 

Dunque annullo tutto, o meglio, cristallizzo la classifica, non assegno lo scudetto, non avrebbe significato, non sarebbe eticamente e sportivamente corretto, seguo le indicazioni dell’Uefa e iscrivo le prime quattro alla prossima Champions League e altre due per l’Europa League.

Blocco le retrocessioni, concedo la promozione alle prime due della B, così allargando, per una sola stagione, la A a 22. L’emergenza consente ciò che in tempi normali non avrebbe alcuna logica. Lascio che le squadre concludano la stagione in corso, seguendo le direttive del Governo. 

Non posso pensare di rinviare continuamente la ripresa, per ritrovarmi in una situazione paradossale e ingestibile, con i contratti dei calciatori in esaurimento o altri da rinnovare. Non ho alternative. Un anno maledetto ma la vita, prima di tutto.

Alessandro Vocalelli

La prima decisione è quella di evitare di fare il giro delle sette chiese di giornali e televisioni, non rilasciare nessuna dichiarazione. La seconda è quella di dire solo: “Il campionato verrà ripreso nel momento in cui la scienza ci darà il via libera”.

Poi mi ricorderei che lo scopo della FIGC è quella di conciliare la dimensione professionistica con quella dilettantistica”, quindi mi chiederei come il calcio può essere d’aiuto alla società e non il contrario.

Nando Orsi

La prima cosa che stabilisco nel momento in cui si dovesse ricominciare a giocare è tutte le partite a porte chiuse. La seconda è ovvio che non si ricomincia se la scienza non ci dice che si può, tutte le precauzioni devono essere rigorose.

Quando si potrà ricominciare lo si deve fare senza pubblico.

Furio Focolari

Il via lo dovranno dare gli scienziati. Nel momento in cui mi danno la possibilità, direi naturalmente di giocare a porte chiuse per tutti. Poi la priorità numero uno è il campionato che va avanti fino a quando non chiude. La Coppa Italia viene dopo e il campionato 2021 viene dopo. Quindi si va a slittare tutto nei tempi che servono chiedendo le deroghe.

E parlerei con i colleghi delle altre federazioni per gestire la situazione tutti allo stesso modo a livello europeo.

melli

Franco Melli

Io impedirei la diffusione di notizie false o approssimative. Bisogna partire con il piede giusto, con un’autocritica per tutte le cose sbagliate che il calcio ha fatto fino a prima dell’esplosione del coronavirus.

Prima ancora di giocare ne approfitterei per studiare un nuovo calcio in cui non ci sono figli di un dio minore e un calcio professionistico che butta i soldi. Una profonda revisione del calcio, con volontà nuove e con comportamenti etici diversi da prima.

Difenderei soprattutto la credibilità del campionato, questo impone certamente l’uguaglianza delle varie partite, porte chiuse o porte aperte, ma tutti uguali. Serviranno tantissime precauzioni per evitare che si ricada in questa apocalisse.

Sandro Sabatini

Io oggi faccio il calendario del campionato, non mettendo le date precise, ma mettendo semplicemente un arco di tempo in cui giocare le partite. Possiamo anche spalmarle da mezzogiorno alla sera.

Seconda cosa metterei intorno ad un tavolo in videoconferenza tutte le componenti del calcio. E’ evidente che siamo in una situazione in cui ci rimettono i soldi le grandi aziende, le piccole aziende, i risparmiatori, gli investitori. Anche il calcio ci rimetterà dei soldi, andrà in difficoltà, le società se devono rispettare tutti i pagamenti, dalla Serie A ai dilettanti la metà falliscono. A questa situazione devono contribuire anche i calciatori non possono rimanere l’unica categoria che continua a vivere come se niente fosse.

Non so quando, ma sicuramente ricominceremo a giocare.