“Questa crisi sta mettendo alla luce il grandissimo gap infrastrutturale che ha questo paese“, e quando si parla di gap non si può non pensare alle dichiarazioni di Borrelli sulla data di fine quarantena che il capo del Dipartimento della Protezione Civile ha stimato ben oltre primi di maggio collocandola a metà mese.
Un gap comunicativo bello e buono, perché il Governo fa sapere di prendere le distanze da queste dichiarazioni che comunque provengono dalla bocca di un testimone privilegiato delle istituzioni più importanti del momento.
“Un altro scivolone di Borrelli“; lo definisce il giornalista dell’Huffington Post Pietro Salvatori a Lavori in Corso, ma non si parla di uno scivolone dovuto ad una dichiarazione falsa, anzi: “Borrelli ha indicato una data verosimile“, dice Salvatori, proprio per questo avrebbe procurato una grossa gatta da pelare all’esecutivo di Giuseppe Conte.
Salvatori lo ha spiegato a Stefano Molinari e Luigia Luciani: ecco l’intervista.
“Borrelli ha fatto un altro scivolone gettando nell’ansia tutto il Governo” ► Salvatori (HuffPost)
E’ il secondo scivolone in cui incappa Borrelli, il primo è stato quello in cui, primo fra tutte le fonti ufficiali – e per ora molto isolato – ha detto che il contagio sarebbe molto più esteso di quanto i tamponi dimostrerebbero, che un conto è se lo dice il virologo, un conto è se lo dice il commissario d’emergenza. Il pulpito è molto importante.
Borrelli parla ogni giorno al paese in 10-15 TV e radio, non capisco quest’ansia comunicativa secondo cui deve fare tutte queste interviste. Se tu sei a capo della macchina decisionale e parli tutti i giorni, non capisco questo profluvio di parole.
Il Governo ha fatto comunicazioni step by step, prima chiudendo Codogno, poi tutta Italia con i decreti che sappiamo, mentre Borrelli ha calciato il barattolo lontanissimo dicendo “fino a metà maggio non torneremo ad abbracciarci”.
Questo ovviamente ha fatto scattare mille campanelli d’allarme nel Governo, innanzitutto per l’effetto ansia che creano le sue parole, secondo motivo perché ha indicato una data del tutto verosimile.
Conflitti nel Governo? Ci sono idee diverse sulla gestione, oggi Zingaretti e un po’ tutto il PD hanno iniziato a invocare una cabina di regia per la Fase 2. Riassunto: va bene che l’emergenza la gestisce Conte, ma su cosa riapre, e che orizzonte darsi dal punto di vista socio-sanitario-economico vogliono un coinvolgimento diretto, così come per regioni, comuni, sindacati: non è il “riapriamo tutto prima” di Renzi, ma una posizione politicamente più sofisticata.
l PD in pratica sta dicendo: caro Conte, non ti abbiamo criticato, ti abbiamo lasciato affrontare l’emergenza, ora nella fase di ripartenza serve un planning che ci coinvolga“.
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