L’Unione Europea è sul banco degli imputati. Da quando l’emergenza coronavirus ha messo in ginocchio l’Italia e molti altri paesi europei, le istituzioni comunitarie non hanno dato quel contributo che si riteneva necessario e doveroso nell’immediato. Sotto accusa sono in particolare i paesi del nord Europa che, in difesa dei propri interessi, hanno ostacolato l’adozione di misure che potessero aiutare l’Italia e altri Stati del mediterraneo.
Ad aggravare la posizione delle istituzioni europee sono state anche alcune parole pronunciate dai suoi vertici, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde, che hanno contribuito a peggiorare la posizione economica dell’Italia.
Quale futuro per questa Europa? Come sta reagendo il Governo all’emergenza coronavirus? Il MES può essere lo strumento adatto per fronteggiare la crisi economica?
Ecco le risposte del leader di ‘Azione’ Carlo Calenda nell’intervista a ‘Un Giorno Speciale’. Con lui Francesco Vergovich e Antonio Guidi.
Ho chiamato subito Gualtieri e ho detto ‘questa cassa integrazione non funziona
“Io ne ho gestite tante casse integrazioni, quando il Governo l’ha presentata io ho chiamato subito Gualtieri e ho detto ‘questa cassa integrazione non funziona senza anticipazione bancaria perché è lunghissima e molto complessa’. Ci sono voluti 10 giorni perché il Governo ci arrivasse. Perché questo? Perché Gualtieri è cattivo? No, perché c’è pochissima esperienza e cura nella gestione, molto sottovalutata nella politica italiana e fondamentale”.
Von der Leyen si sta rivelando una terribile delusione
“Le istituzioni europee, l’Unione Europea in sé stessa, ha pochissima capacità decisionale autonoma. Succede allora che l’Europa ogni volta che deve fare qualcosa deve andare dagli Stati Membri. L’Europa degli Stati Membri è divisa da interessi egoistici nazionali, ci sono per esempio gli olandesi che sono un quasi paradiso fiscale e si fanno i fatti loro, gli austriaci e i finlandesi anche. E quello che succede è che qualunque decisione debba essere presa finisce per essere bloccata. Questa Europa così non può essere un’Europa che funziona in una situazione di crisi. La stessa Commissione Europea non ha avuto il coraggio di andare dagli Stati Membri e dire ‘cari signori, qui ci vuole un’emissione di 1500 miliardi di eurobond perché l’Europa faccia per tutti le stesse tutele e se voi me lo bocciate io mi dimetto perché non è accettabile che così vada avanti’.
In questo momento ci vogliono personalità che abbiano la capacità di rottura! A chi lo sto chiedendo? Alla Von der Leyen. Conte è un altro degli Stati europei, deve fare le sue mediazioni. Penso che questo Governo è un po’ confuso. Figuratevi che ieri il M5S nel Parlamento Europeo ha votato contro il fondo proposto da Francia e Italia quando Conte il 23 deve andare a negoziarlo. Facciamo delle figure da tre soldi. Ma al di là di questo, la Von der Leyen doveva farlo. Si sta rivelando una terribile delusione. Quello che manca è la spinta a dire adesso basta, o si fa l’Europa o si muore”.
Non puoi pensare di difendere un concetto retorico dell’Europa
“Il Mes ha condizionalità molto pesanti e soprattutto ha la possibilità di intromettersi pesantemente nelle politiche dello Stato. Questo perché è stato fatto per quei paesi tipo la Grecia che si erano trovati in una difficoltà terribile per cui gli altri Stati ti prestano i soldi ma vogliono controllare come li spendi. Il Mes sanitario ti dice l’Eurogruppo che se lo usi per le spese sanitarie non hai altre condizionalità, ma attenzione perché in un’altra parte della dichiarazione dice ‘seguendo le norme del trattato Mes originario’. Qui ci si è divisi tra chi dice che il Mes è la soluzione e chi diche che il Mes è la schiavitù: non lo sappiamo. Quando vedremo il dettaglio dello strumento decideremo. Se non ci sono condizioni varrà senz’altro prenderlo, se ci sono condizioni non lo prenderemo visto che è un’opzione. Meno ideologia e più studio delle carte.
Se serve il sovranismo? Io penso che il patriottismo, che spesso è stato descritto come una cosa negativa, sia il fondamento di una comunità. Però penso anche che tu stai a un tavolo con altri paesi europei che fanno sfocio di egoismo e in quel contesto tu difendi il tuo inseresse nazionale. Non puoi pensare di difendere un concetto retorico dell’Europa, devi aspirare ad avere un’azione comune dell’Unione Europea, ma se non ci riesci perché gli altri non lo fanno accadere devi difendere il tuo interesse nazionale. Altrimenti diventa tutto una retorica e in questo momento noi non ce lo possiamo permettere”.
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