La crisi da Covid-19 sta mettendo a dura prova una classe politica che, mai come adesso, deve dimostrare di essere all’altezza delle aspettative del popolo che rappresenta. Ma i dubbi sulla gestione dell’emergenza provengono da più fronti.
Tra chi si è esposto contro il Governo c’è Davide Vecchi, giornalista e direttore del Corriere dell’Umbria, che nelle ultime ore ha pubblicato questo tweet: “Ho amici e conoscenti un po’ ovunque in Italia e fanno ogni tipo di lavoro. Non ce n’è uno che non si senta preso in giro dal Governo e non ce n’è uno che non sia pronto a disobbedire in assenza di provvedimenti concreti. Tutti dicono la stessa cosa: Decreti inutili e vuoti”.
In merito al comportamento assunto dall’Esecutivo Conte, Davide Vecchi è intervenuto ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani.
Queste le sue considerazioni a Lavori in Corso
Gli errori della politica
“Per le persone che non stanno sedute al Parlamento la situazione è piuttosto grave.
Non so se i politici non siano in grado per incapacità o perchè prendono il problema sotto gamba oppure non hanno il coraggio di prendere decisioni. Sta di fatto che stiamo vivendo una privazione delle libertà, costretti a stare a casa con un Governo inerme.”
Guardate anche la questione dell’app “Immuni“. Prima non era volontaria, ora pare che se non la scarichi non puoi uscire da casa. Non mi sembra un’alternativa agli arresti domiciliari che ci hanno imposto“.
La narrazione di Conte
“Guardate l’impostazione delle conferenze stampa di Conte. Prima l’annuncia e durante il suo intervento non dice mai quello che c’è dentro il decreto. L’ultima volta ha suggerito agli italiani di utilizzare questo periodo di segregazione casalinga per riflettere sulla propria esistenza e la propria vita. Robe surreali.
Non puoi dire in conferenza stampa che firmerai un decreto per far arrivare miliardi agli italiani e poi gli italiani vanno in banca, come è successo stamani, e si sentono dire: mancano le garanzie, devi portare questi documenti, ancora mancano i moduli, il Governo non ci ha detto come possiamo farli…“
Il contentino ai cittadini
“Alla lunga la politica sarà costretta a fare i conti con la realtà. Ed è un rischio. Le persone se ne rendono conto e arrivano all’esasperazione. Si sentono abbandonati dallo Stato e quando avranno difficoltà accadrà quelle che già è successo poche settimane fa a Palermo. Persone che lamentavano di non avere più soldi neanche per fare la spesa.
E per accontentarli il Governo si è invetato il buono spesa, affidato ai Comuni. Una specie di contentino dato subito perchè sapevano benissimo che la situazione fosse esplosiva.
I sindaci stanno sul territorio escono da casa e conoscono i propri cittadini. Quest’altri stanno nei palazzi tranquilli. Anzi non vanno più neanche in Parlamento per paura di prendere il Covid. E non hanno la percezione della realtà”.
I conti che non tornano
“Sapete quanti soldi sono realmente disponibili al momento? Un miliardo sui quattrocento annunciati nel fondo per le imprese. Ma è come la storia dei 600 euro dell’Inps. Non erano gli hacker, erano finiti i soldi. Il Governo aveva previsto un tetto massimo che è stato raggiunto in un solo giorno”.
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