Qualcuno inizia ad assumere le sembianze del dittatore, ma non ha nemmeno la stoffa di uno statista

Qualcuno si rivolge direttamente al Paese, in continuazione, parlando pressoché a reti unificate, quando persino al Presidente della Repubblica accade per lo più una volta l’anno. 

Qualcuno parla in prima persona al Paese, “io ho fatto, io ho deciso, io apro, io chiudo…“, quando persino i dittatori parlano in nome della nazione. 

Giulio Cesare si rivolgeva al popolo in terza persona, seppur fosse emanazione della Repubblica di Roma di cui era stato acclamato dittatore. 

Qualcuno restringe la libertà personale con dei DPCM (decreti del Presidente del Consiglio), atti monocratici (di una sola persona), quando la legge riconosce il diritto alla libertà come un diritto fondamentale ed inviolabile che solo la legge dello stato, o comunque soltanto altra fonte di legge di rango primario (decreto legge, decreto legislativo) può limitare, e mai delegare ad altro provvedimento (DPCM) non avente pari forza di legge (art. 2,13,16,77 della Costituzione).

Peraltro una libertà negata perché lo Stato non riesce a dotarti degli strumenti di protezione. 

Altrimenti non si spiegherebbe perché con guanti in lattice e mascherine omologate lavorano milioni di persone della filiera agroalimentare o della farmaceutica, e persino il sottoscritto per giustificati motivi si muove in piena libertà nell’esercizio dall’attività forense. 

A meno che alcune categorie abbiano degli anticorpi, mentre altre no?!

Mi domando, ma non è che tutti si sono infettati perché negli ospedali all’inizio nessuno aveva le protezioni? 

Quando ad un malato oncologico, testimonianza diretta che mi è stata riportata qualche giorno fa, per la prima volta il Regina Elena è stato in grado (in sede di terapia rutinaria che si svolge insieme ad altri pazienti immunodepressi) di offrirgli la mascherina il giorno 8 aprile. Quando vedi ancora anziani per ore in fila nelle strade a fare la spesa senza le mascherine perché non si trovano e perché al contempo, nessuno si è premurato di fornirgliele. Cosa c’è da aggiungere? 

Allora il settore sanitario non è composto da eroi perché svolgono correttamente e con dedizione il loro lavoro, ma perché forse sono stati lanciati nella mischia o allo sbaraglio senza alcuna protezione?   

Neppure il dittatore Mao parlava in prima persona, anche se la sua voce riecheggiava nelle fabbriche promanante da milioni di altoparlanti capillarmente disseminati in tutti i centri di produzione. Del resto anche la voce stridula di qualcuno risuona nelle celle domiciliari dispensata da milioni di televisori. 

Persino il Presidente ungherese, che approfittando della pandemia si è fatto rassegnare dal Parlamento i pieni poteri sine die (senza prevedere una data di scadenza) non si rivolge alla nazione in prima persona.

In Italia sarebbe stato più difficile acquisire i pieni poteri alla maniera magiara con un Parlamento, il nostro, così vigile circa l’applicazione del diritto dei diritti (la libertà), che ha pensato bene di mettersi in quarantena, abilitando quindi, qualcuno a dire: allora ci penso io. 

Nella Russia di Brežnev si vedevano lunghe file di persone dinanzi agli spacci, ma nei posti di blocco nessuno gli chiedeva il possesso dell’autocertificazione, anche perché il salvacondotto di solito lo si chiede allo straniero per transitare in terra patria in occasione di conflitti bellici.  

E quando al tempo, il Duce d’Italia sosteneva che con un po’ di morti ci saremmo seduti sul tavolo dei vincitori tanto eravamo pronti alla guerra, oggi qualcuno quando gli venne chiesto se l’Italia fosse pronta ad arginare un’eventuale Pandemia rispose: “Prontissimi!” 

Quando Xi Jinping chiudeva Wuhan incaricava i militari di approvvigionare la cittadinanza di ogni genere di conforto.  

Anche qualcuno promise il 23 febbraio che ci sarebbero stati soldi per tutti, ma ad oggi da quell’annuncio, urbi et orbi, partite iva e cassaintegrati, che se non lavorano crepano, non hanno ancora visto un euro. 

Se fosse stato per qualcuno, nei quaranta giorni di chiusura totale delle loro attività, imposta per legge, avrebbero dovuto campare d’aria. 

Il Duce d’Italia in due anni costruì il più grande polo ospedaliero d’Europa il San Camillo – Forlanini (dove peraltro risiede lo Spallanzani di Roma), mentre oggi ce ne vogliono 14 di anni per ristrutturare un padiglione e sono persino riusciti a mandare in malora quella eccellenza nella pneumologia che era il Forlanini. 

Qualcuno al contempo, presenta il nuovo piano Marshall contingentando le mascherine per i sanitari in prima linea. 

Qualcuno, da perfetto equilibrista, non è stato eletto da nessuno e resta al governo saltando da maggioranza in maggioranza, mentre il Cavalier Benito Mussolini, a cui si imputa giustamente la dittatura, era stato eletto dal popolo, nominato dal re e nel 1925 votato dal 70 per cento degli italiani (in elezioni comunque, dove le violenze non mancarono).

Il Duce d’Italia, che disturberò per l’ultima volta, sosteneva con enfasi che avremmo spezzato le reni alla Grecia, oggi qualcuno con pari enfasi e risolutezza immagina e propaganda la stessa sorte per l’Europa?!

Sapete tutti come andò a finire in Grecia e come andrà a finire in Europa. 

Qualcuno utilizza le reti aperte per il servizio di informazione pubblica per regolare i conti con le opposizioni. 

A prescindere da chi abbia torto o ragione e visto che gli stracci tra maggioranza ed opposizione se li tirano in continuazione, era proprio necessario comportarsi come un capo fazione senza freni che approfitta delle comunicazioni ufficiali alla cittadinanza per replicare alle presunte angherie dei leader dell’opposizione?  

Ma andiamo avanti…

No Tap, no Tav, no Ilva, no Olimpiadi, no Parlamento, no protezioni, quindi, no Lavoro. 

No tutto. 

Per cui siamo perfettamente pronti alla fase 2, a rilanciare il “nulla” a suon di centinaia di miliardi a debito, reclamizzati con lo stesso identico slogan di una nota venditrice romagnola: potenza di fuoco… e se poi, mancherà qualcosa la potremo legittimamente richiedere a cassaintegrati e partite Iva che già stanno percependo soldi a palate. 

Visto che negli anni venti e trenta del secolo scorso le grandi democrazie liberali crollarono tutte a fronte di crisi istituzionali e soprattutto economiche, e visto che di crisi economica ne abbiamo una alle porte, mi chiederete: ma è a rischio la democrazia? 

Assolutamente no! 

Perché tutti i dittatori del passato e del presente avevano ben altra statura e poi, perché nessuno perseguì la strategia conservativa del “nulla”. 

Tutti avevano un piano, alcuni addirittura folle. 

Talvolta la vanità, la sfrenata ambizione, la stesura inconsapevole di atti sciamannati fanno assumere persino a qualcuno le sembianze del dittatore… ma è l’ennesimo bluff che peraltro contraddistingue la nostra politica nazionale ed internazionale ormai da tempo. 

Le democrazie in genere crollano quando lo decide il burattinaio, non la marionetta. 

Ad meliora, e tanti cari auguri di Buona Pasqua, con il cuore aperto, a tutti i 60 milioni di reclusi d’Italia.

Enrico Michetti