Una sola goccia di sangue, e pochi minuti, per osservare la presenza del coronavirus in una persona. E’ questa la grande novità annunciata pochi giorni fa dal Prof. Vaia, direttore sanitario dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani.
Questo nuovo test rapido va addirittura oltre la “sola” constatazione della presenza del COVID-19, permette infatti anche di capire in che fase si trovi la malattia, se siamo stati contagiati e se quindi abbiamo sviluppato gli anticorpi.
Ecco la spiegazione nel dettaglio del Prof. Francesco Vaia, a capo di questa nuova sperimentazione nel Lazio.
“Stiamo sperimentando i test rapidi. Questo consiste in una puntura sul polpastrello del dito, la goccia di sangue viene messa in una macchinetta e dopo pochi minuti abbiamo il risultato che ci dice se il nostro organismo è venuto in contatto con il virus.
Adesso si tratta di andare dove c’è il virus e studiare il “nemico” per poi combatterlo e sconfiggerlo. Questo test rapido, qualora validato ci permetterà di mettere sotto osservazione un maggiori numero di persone possibile, a partire da quelle più esposte, come tutti coloro che per motivi di lavoro sono costretti a stare a contatto con malati.
Noi in questi giorni abbiamo fatto anche 200 test al giorno in ogni sito, parliamo di un migliaio di persone. Qualora il test fosse validato potremo fare grandi numeri, assessorato e Regione sono pronti a finanziare per arrivare a più persone possibile.
Carta di identità Covid? Assolutamente sì, se riusciamo a mettere in sistema il test rapido, fino a quando non c’è il vaccino, potremo testare gran parte delle persone. Questo test ci serve per i positivi perché ci dice a che punto è la malattia, ma soprattutto per i negativi perché se sono negativo senza anticorpi posso essere contagiatile, se invece sono negativo e ho gli anticorpi significa che sono indenne, quindi non contagiatile e non contagioso”.
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