Governo contro calcio: lo scontro è aperto e senza esclusione di colpi. L’ultimo decreto annunciato dal Premier Conte, poi “precisato” dal Ministro dello Sport Spadafora, ha stimolato ferme reazioni da parte dei principali protagonisti del pallone italiano.
Una delle squadre più attive nella rivendicazione della volontà di ripartire e completare l’attuale stagione agonistica è senza ombra di dubbio la Lazio.
Dopo le parole del Presidente Lotito, del direttore sportivo Tare, dei giocatori Parolo e Acerbi arrivano anche le impressioni del direttore della comunicazione biancoceleste Arturo Diaconale intervenuto durante “Radio Radio Lo Sport” con Ilario Di Giovambattista e Stefano Raucci. In collegamento anche Furio Focolari, Franco Melli, Alessandro Vocalelli e Luigi Ferrajolo.
“Atteggiamenti e indicazioni provenienti dal Governo sono contraddittorie e confuse”
“Sicuramente questi atteggiamenti e queste indicazioni provenienti dal Governo sono contraddittorie, soprattutto confuse e soprattutto indirizzate a che cosa? Indirizzate a creare problemi a questo settore. Non so perché, non so quale sia la ragione ma di fatto, oggettivamente, il risultato è questo. Quindi essere preoccupati credo che sia assolutamente lecito.
Non è che siamo partiti con una comunanza di idee. Perché mi pare tutto quanto nasce da una serie di polemiche che sono nate da quelli che volevano bloccare comunque la stagione, contro le quali chi invece era favorevole a proseguirle e a completarle sono scesi in campo. Io mi sono esposto anche per questo, per contestare chi voleva bloccare la stagione. Le divisioni ci sono, però non mi pare che siano le divisioni a spingere il Governo a comportarsi così.
“Il Governo non si vuole assumere la responsabilità di un’eventuale ripresa”
A me sembra che il Governo si copra dietro argomentazioni tecnico-scientifiche che dicono: attenzione perché il contagio può riprendere. Sì ma il contagio può riprendere non sui campi di calcio, dove peraltro non si giocherebbe mai a porte aperte, né sui campi di allenamento. Il contagio può riprendere in ogni dove. Ma se si dovesse seguire questa regola, per evitare che il contagio riprenda, bisogna mantenere bloccato tutto. Allora vuol dire che mi sembra un atteggiamento non solo irrazionale ma anche di deresponsabilizzazione. Siccome il Governo non si vuole assumere la responsabilità di un’eventuale ripresa, allora dice: “Intanto teniamo tutto quanto fermo, chiuso e blocchiamo il più possibile perché in questo modo riduciamo i pericoli di responsabilità”. Però la responsabilità è anche quella di tenere fermo il paese su tutti quanti i settori della sua esistenza e della sua vita.
Credo che questa sia una versione catastrofista che è tipica degli scienziati che dicono: noi non ci assumiamo la responsabilità perché se poi riparte la colpa è nostra. Tutti chiusi. Ma tutti chiusi significa secondo me una aberrazione, perché significa introdurre altri fattori di deterioramento di una situazione che sta diventando incandescente. In nome del Coronavirus stiamo stravolgendo la vita normale e stiamo stravolgendo pure alcune regole e alcuni valori come quelli della libertà individuale. Se sono morte 350 in un giorno non è che la colpa è del calcio. 350 persone che muoiono sono una priorità assoluta rispetto alla quale gli scienziati si dovrebbero chiudere in una stanza e dire: quali sono le cure che possono impedire che si vada avanti così? Soltanto il vaccino che non arriverà prima di un paio di anni? E se ci stanno questi progressi nelle cure perché non si approfondiscono.
“Il danno che va a tutto il sistema calcio è un danno che può essere irrecuperabile”
Noi della Lazio ci mettiamo la faccia e l’intenzione. Perché sicuramente ci piacerebbe poter completare il percorso avviato in un campionato che per noi è stato positivo. Ma non è che abbiamo in tasca la certezza che riprendi e stravinci tutto. Te la devi sempre giocare; non è questo il punto. Come ha detto ieri il Presidente Lotito, paradossalmente se si interrompesse a noi ci converrebbe pure, da un punto di vista strettamente economico. Il problema è che non si riesce a capire che se tu interrompi questo meccanismo il danno che va a tutto il sistema calcio è un danno che può essere irrecuperabile. Poi, si vuole danneggiare il sistema calcio? Si faccia.
Trovo che il blocco sia un blocco totalmente irragionevole che nasce però soltanto da un difetto. Dalla incapacità e dalla impossibilità del Governo di predisporre le misure più adatte per impedire la proliferazione. Faccio un esempio. Se tu avessi fatto i tamponi di massa; se tu avessi fatto i prelievi sierologici di massa, questo pericolo sarebbe stato minore. Come mai negli altri paesi si sta discutendo di una riapertura?
“Questa cultura è la stessa cultura che ha impedito le Olimpiadi a Roma”
Neppure io vedo complotti. Io vedo delle sciocchezze in libertà. Questa cultura è la stessa cultura che ha impedito le Olimpiadi a Roma. Purtroppo abbiamo un Governo scombicchierato in cui prevalgono delle visioni culturali che cozzano tra di loro e che sono oggettivamente pericolose. Ripeto, il Ministro dello Sport Spadafora è quello che ha ispirato il no alle Olimpiadi a Roma. Vogliamo dire che la scaletta delle riaperture è una scaletta un po’ bizzarra? La scaletta dei congiunti che non si sa chi sono.
Se il campionato non riparte e scoppia il contenzioso tra Sky e la Lega, il calcio italiano non incassa soldi che potrebbero essere necessari per molte società. Ma chi è che farà più contratti con un calcio italiano che da un momento all’altro potrebbe richiudere? Il problema è l’incertezza che grava. Incertezza che grava anche sui singoli cittadini”.
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