Forse la cosa sta sfuggendo di mano, o già l’ha fatto. Forse la giusta lotta contro il virus è degenerata ed è diventata senza che ce ne accorgessimo qualcosa di grave che dovrebbe allarmarci.
Inutile negarlo, ormai uno stato di polizia si è instaurato nel paese. Stiamo esagerando? Sarebbe bello se fosse solo un’esagerazione.
Non si può uscire di casa, la libertà di movimento è sospesa pur essendo riconosciuta dalla nostra Costituzione.
Non v’è più spazio pubblico, possibile socialità, ammesso diritto di riunione e di assemblea.
Un uomo solo decide per tutti e senza che il Parlamento neppure sia interpellato.
I droni ci controllano come nella peggiore distopia.
I cellulari presto avranno l’App che ci traccerà, ci sta già lavorando la Task Forces capitanata da Colao.
Colao, il top manager che ha sempre tutelato gli interessi del capitale no border e che adesso dovrebbe tutelare, mirabile conversione, gli interessi dello Stato italiano. Proprio lui che non ha perso occasione, in altri tempi, per chiarire la propria visione: che l’Unione Europea ha gestito bene la situazione della Grecia.
E poi v’è lo scudo penale che il Governo si è già garantito giusto per chiarire quanto sia alto il grado di consapevolezza del proprio retto agire. È a tutti gli effetti uno scudo penale per non dover rispondere a nessuno in futuro del proprio agire.
Forse nemmeno Pinochet aveva pensato a tanto.
In ultimo non vanno trascurati i molteplici episodi di violenza psicologica ai danni dei cittadini. Oltre a sentirsi fiaccare il morale dalla squadra degli esperti arruolati dalla società dello spettacolo, si sentono trattare spesso da delinquenti non appena escono di casa. Anche se portano alla figlia i pannolini per la figlia di pochi mesi.
Questo stato di eccezione serve a combattere il virus, vi diranno. Sarebbe il caso di dire che per chi comanda il virus è una manna piovuta dal cielo, se non vi fosse quasi bisognerebbe inventarlo.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro
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