L’atletica scalpita. I protagonisti del movimento podistico italiano lanciano un accorato appello alle autorità finalizzato ad una pronta riapertura dell’attività agonistica. Due mesi di stop forzato potrebbero infatti causare delle serie ripercussioni nella qualità delle prestazioni e nelle stesse condizioni fisiche degli atleti coinvolti.
Il rinvio delle Olimpiadi al 2021 non cambia la sostanza. Le sedute di allenamento devono riprendere. Tesi questa affermata con forza da Antonio La Torre, Direttore Tecnico FIDAL, nel suo intervento ai microfoni di ‘Radio Radio Lo Sport”.
“Io voglio dire questa cosa a tutta la comunità; al Ministro dello Sport che mi sembra più sensibile a queste tematiche. Il messaggio è questo: l’Olimpiade non si prepara in un anno. Per cui anche se il rinvio è stato di un anno, le Olimpiadi si preparano in quattro anni e in questo caso in cinque. Noi abbiamo assolutamente bisogno che il 4 maggio i nostri atleti top possano ripartire perché, passatemi il brutto paragone, sono come delle Formula 1 che, se stanno ferme due mesi, ripartire per loro vuol dire riacquistare condizione fisica top elevata con grande possibilità di infortuni e rischi.
Fino ad ora si sono arrangiati con straordinaria, non solo creatività, ma partecipazione, passione, concentrazione. Abbiamo detto a tutti di curare quegli aspetti tecnici e stare molto attenti all’aspetto mentale. Perché il rischio reale è che la delusione così grande di non poter competere, di non poter fare il proprio lavoro, può portare ad un abbassamento della motivazione.
Davanti purtroppo c’è un deserto di gare. Ma credo che dovremo cercare di ideare o almeno immaginare un periodo di gare che tra luglio, agosto, settembre, ottobre possa permettere ai nostri atleti di competere. Non si può arrivare l’anno prima delle Olimpiadi e stare completamente fermi. Peraltro stiamo attendendo – forse addirittura domani – la decisione definitiva sui campionati europei di Parigi che, ad oggi, sono ancora vivi”.
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