L’Italia si ferma, ma non si fermano i ricordi. E proprio in questi giorni in cui il tempo sembra avere assunto nuove sfumature, perché non approfittarne per rivedere alcuni di quegli eventi che hanno cambiato la Storia? Abbiamo chiesto ai nostri opinionisti di parlarci dell’evento da rivedere assolutamente in questi giorni di quarantena. Quel momento leggendario, indelebile e tanto importante da aver in qualche modo cambiato per sempre le nostre vite… Ecco il consiglio di Roberto Renga.
È successo, lo so bene che è successo. Ma lo devo scrivere per crederci.
Faceva caldo quel giorno di Italia-Brasile al Sarria. Arrivai prima. Entrai negli spogliatoi brasiliani e vidi Falcao. Come andrà? Gli chiesi. E Paulo, allargando le braccia: “Sai, noi giochiamo così”.
Già, una squadra bellissima e con giocatori di una qualità mai vista, tutti insieme, quando ne sarebbe bastato uno per fare la differenza.
Capitai nel settore dei giornalisti brasiliani. Cantarono l’inno con la mano sul cuore e gli occhi chiusi. Noi avevamo un piano, che si può sintetizzare così: non si sa mai.
Poi la partita e il sogno e la pozione magica. L’Italia giocava umilmente e con rara sapienza. Il Brasile si sentiva perso in quella tela.
Era vivo Paolo Rossi e segnò tre gol. Zoff fece una parata decisiva. Gli azzurri passarono gli ultimi minuti urlando per spaventare gli avversari. Finì. Tre a due per l’Italia.
Un giornalista brasiliano piangeva. Prese la macchina per scrivere e la lanciò. I tasti rotti rotolarono lungo le scale. Lui mi guardò e disse: oggi il cielo è nero.
Il mio cielo era azzurro.
Roberto Renga
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