Se dovessimo decifrare la personalità politica di Giuseppe Conte dovremmo rivolgerci al Pirandello di “Uno nessuno e centomila”. Il Pirandello che mostra che l’io non è altro che la successione delle maschere cangianti che di volta in volta indossa.
Quello di Trump fu un errore fecondo, che coglieva nel segno: di “Giuseppi” ve ne sono molteplici, forse centomila, sicuramente più di uno.
Vi è l’avvocato giallo-verde del popolo che si batte nel 2018 contro gli euroinomani di Bruxelles e a beneficio delle classi lavoratrici. Vi è poi l’avvocato giallo-fucsia dei mercati che lotta contro gli interessi delle classi nazionali popolari che prima aveva difeso in ogni modo.
Vi è poi il Giuseppi che riconosce che l’Italia dovrà ricorrere al Mes e che lo riconosce pure in un’intervista al Financial Times del 19 marzo 2020 in cui chiede che “L’Europa usi il Mes per l’emergenza coronavirus”. Vi è poi, ancora, il Conte che si oppone con forza e decisione al Mes asserendo, è storia di ieri, che l’Italia non lo accetta e che invece sono da preferirsi gli eurobond.
Tante sono le maschere, tanti i personaggi.
Si potrebbe fare riferimento al “Visconte dimezzato” di Calvino, Vis-Conte in questo caso: la parte buona difende il popolo e lotta contro il Mes, la parte cattiva appoggia il Mes e lotta contro il popolo.
Ciò rende imprevedibile, imponderabile e imperscrutabile l’agire politico di questo personaggio pirandelliano.
Per questa volta all’Italia è andata bene, il pericolo Mes è scampato, ma non cantiamo vittoria. La parte cattiva del Vis-Conte è pronta a riemergere.
Intanto quale che sia la maschera dominante una cosa è certa: la potenza di “fuoco”, come l’ha appellata, dei 400 miliardi di euro dipenderà semplicemente dal fatto che saprà bruciare come solo i debiti sanno fare. Perché è di nuovi debiti che si tratta, debiti per aziende già provate dalla crisi legate al virus.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro
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