A sorpresa è arrivato l’annuncio: l’agenzia di rating francese Fitch ha declassato l’Italia.
Era nell’aria la retrocessione della nostra nazione al livello “BBB-“, di poco superiore al cosiddetto “Junk Bond” (debito spazzatura), ma la concitazione riguarda la puntualità con la quale è arrivata la notizia, anche in largo anticipo rispetto agli scenari meno rosei.
Colto di sorpresa anche l’economista Valerio Malvezzi, che aveva previsto una simile possibilità proprio sulle nostre frequenze la scorsa settimana.
Ora le crepe interne all’Unione Europea possono diventare voragini, visto che da una parte la Francia, tramite l’agenzia Fitch fa una valutazione misera dell’Italia, ma il tutto gioca a sfavore dell’eurozona.
Secondo il Prof. Malvezzi adesso le crepe si vedono di più anche all’interno della Germania e gli annunci funesti potrebbero avere un seguito, visto che presto sapremo i dati Istat sul PIL del primo trimestre.
Insomma, ci sono tutti i presupposti perché ciò diventi un casus belli economico.
Fabio Duranti e Francesco Vergovich hanno approfondito il tutto a ‘Un giorno speciale’
Fitch declassa l’Italia ► Malvezzi: “Ora l’Unione Europea come la conosciamo può saltare, scontri anche all’interno della Germania”
“Non voglio vantarmi di capacità divinatorie, ho fatto un’ipotesi e si è verificata come accaduto altre volte. Poi qualche volta non ci azzecco, ma stavolta ci ho preso.
Non è che fosse difficile, il mio ragionamento è che hanno interesse a mettere pressione sull’Italia. Ora, quello che non avevo immaginato era che si sarebbe verificato dopo una settimana.
Un atteggiamento maligno nei confronti degli italiani
Perché Fitch, che è un’agenzia di rating francese decide oggi di comunicare con tre mesi d’anticipo una roba fuori dalle consuetudini e dalla prassi?
Penso di poter affermare che la scelta del timing in cui comunicano praticamente che “l’Italia fa ca*are”, avendolo scelto deliberatamente di attuarlo con tre mesi d’anticipo, quantomeno si tratta di un atteggiamento maligno nei confronti degli italiani.
Perché declassare l’Italia proprio adesso?
La cosa strana che mi fa riflettere è che la Francia non avrebbe alcun interesse a far saltare l’Italia, perché come tutti sanno, essendo un creditore non ha interesse a far saltare il debitore. Perché questa scelta improvvida?
Mi sono dato una spiegazione e penso che dal momento che hanno scelto il Mes un anno fa, e lo dico da un anno che ci avrebbero proposto il Mes o che ne avrebbero cambiato la sigla magari proponendoci i supercazzola-bond. In sostanza non vorranno farci passare da una banca centrale che monetizza il debito, facendoci invece passare da banche private che hanno un approccio speculativo e che pongono delle condizioni.
E’ sostanzialmente un’apertura alla Troika, un cavallo di Troika.
Noi siamo ad un pelo dai cosiddetti ‘Junk Bonds’, cioè ad un passo dall’essere giudicati un popolo spazzatura. Perché ci fanno questa pressione psicologica?
Semplice, per convincere i giornaloni italiani a dirci di accettare il Mes o i supercazzola-Bond, raccontandoci che tanto poi non avremo più la possibilità di accedervi.
Che interessi ci sono dietro tutto ciò?
La mia ipotesi è che in questo momento la Francia sia il servo “sciocco” della Germania, esattamente come quando i tedeschi hanno usato i loro paesi satellite (Olanda, Austria ecc…). Se notate non è mai la Germania ad agire direttamente, i tedeschi ci fanno attaccare dai loro servi.
E’ uno scontro epocale, prevedo oggi che l’Unione Europea come la conosciamo è finita e penso che salterà.
Lo scontro interno alla Germania riguarda l’Italia: da una parte c’è il popolo tedesco che non vuole che la BCE faccia il suo lavoro e compri i nostri titoli di Stato dandoci direttamente della liquidità (tra l’altro non ricordano mai il condono su debiti di guerra che gli abbiamo concesso nel ’53, ricordano solo quando il debito è degli altri), dall’altra l’élite germanica che vorrebbe consentire questa cosa all’Italia. Perché sono buoni? Assolutamente no, ma perché sanno che se non aiutano l’Italia in questo momento salta l’eurozona“.
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