Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è stata uno dei bersagli del Premier Conte durante la ormai celebre conferenza stampa del 10 aprile. Oggetto della discordia: il MES.
L’opposizione esprime da molte settimane una forte critica circa la bontà dell’utilizzo di questo strumento per aiutare la drammatica situazione economica italiana. L’accordo raggiunto dall’Eurogruppo la scorsa settimana – che in contrasto con quanto auspicato anche da Conte parla di MES e non di eurobond – aveva dunque provocato una immediata e forte reazione da parte della Lega e di Fratelli d’Italia. Queste poi sono state alla base delle accuse di Conte nella conferenza stampa.
Ad alimentare la discussione politica ci sono poi tantissimi altri temi: da decreti adottati da Conte, alle situazione nell’Unione Europea, dalla nuova Task Force alla riapertura delle attività
Su tutti questi temi abbiamo intervistato il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Ecco cosa ha detto a ‘Lavori in Corso’.
Conte ha usato la conferenza per fare propaganda
“Sicuramente è irrituale che il presidente del Consiglio convochi una conferenza stampa che ha una valenza di carattere istituzionale tanto che tutti i Tg e tutte le reti che si occupano di notizie ritengono di dover mandare quella conferenza stampa in ‘prime time’ – cioè in un momento in cui i telespettatori sono tantissimi – e poi lo usi invece per fare propaganda. Attaccare le opposizioni senza che ci si possa difendere all’interno di una conferenza stampa istituzionale è sicuramente una cosa che ancora non avevamo visto”.
Il MES è il cavallo di troika per far entrare la Germania dentro casa nostra
“Sul MES ha già cambiato idea, purtroppo è quello che temevamo. Quello che io ho trovato inaccettabile di quanto detto da Conte è che lui accusa noi di menzogne, ma noi non abbiamo detto menzogne. Quello che noi abbiamo detto è che c’era l’ok del ministro Gualtieri all’Eurogruppo su un documento che andrà al Consiglio Europeo e che dice – se verrà confermato dal Consiglio – che il MES viene attivato entro due settimane. Si tratta di un documento che non prevede invece altri strumenti come gli eurobond. Questo significa che, se il documento viene confermato, automaticamente al primo problema che l’Italia si trova davanti l’unica possibilità che abbiamo è accedere al Fondo Salva Stati.
“Speriamo che al Consiglio Europeo escano fuori gli eurobond e le altre cose che stiamo chiedendo, se Conte riuscirà a portarli a casa sarà anche e sopratutto grazie al lavoro che abbiamo fatto. Quindi grazie al che Conte può andare al Consiglio Europeo dicendo che in Italia abbiamo una forte opposizione che dice non possiamo accettare solo il MES. Ma se questo non accadrà avremo un problema. Attenzione a questa storia del Fondo senza condizionalità: non è che questi sono 36 miliardi che ci vogliono regalare, ce li danno in prestito. Il gioco è che noi abbiamo dato 15 miliardi al MES, il MES ci dà 36 miliardi che dobbiamo restituire con gli interessi… e i 15 se li tengono, dov’è l’affare? Facciamo che mi riprendo i 15 miliardi che ho messo, non mi indebito con nessuno e non devo pagare gli interessi?
I 36 miliardi li prendiamo con condizioni che significa anche che se i soldi non li ridai – quando li devi ridare e come li devi ridare – ci entra la troika dentro casa. Questo è esattamente quello che vuole la Germania. Il MES è il cavallo di troika per far entrare la Germania dentro casa nostra”.
La Von der Leyen aveva anche detto che l’Europa aveva mandato milioni di mascherine all’Italia, io non ne ho notizia
“Ci aspettiamo che alle scuse della Von der Leyen, che confermano quello che abbiamo denunciato – che l’Europa non ci ha aiutato – seguano fatti concreti. L’Europa si può scusare con noi facendo quello che banalmente chiediamo, che non sono aiuti – non chiediamo elemosina a nessuno – ma che ci ridia quello che ci spetta, dai 15 miliardi del MES in poi. Vedremo nei fatti quanto quelle delle parole della Von der Leyen siano state solo parole o intenti seri. Lei aveva anche detto che l’Europa aveva mandato milioni di mascherine all’Italia, io non ne ho notizia”.
Al momento nel Decreto Liquidità ci sono 2 miliardi di euro
“Per quanto riguarda l’aiuto alle imprese italiane siamo mobilitatissimi con Fratelli d’Italia – purtroppo le nostre proposte nel Cura Italia non sono state accolte – sicuramente c’è un grande bluff legato al Decreto Liquidità che voglio denunciare. Conte ha detto che lui mobilitava prestiti per 400 miliardi di euro, ma i conti non tornano. Al momento nel Decreto Liquidità ci sono 2 miliardi di euro. Neanche con la moltiplicazione dei pani e dei pesci diventano 400.
Poi non ha alcun senso che i prestiti che sono garantiti al 100% dallo Stato in un momento nel quale il costo del denaro da parte della BCE è praticamente negativo abbiamo un tasso d’interesse al 2%. Devono avere un interesse vicino allo zero! Altrimenti è semplicemente l’ennesima pacchia per le banche sulla pelle dell’economia reale”.
Abbiamo mille persone in Parlamento e ne prendiamo altre 120 a lavorare con il Governo
“Task Force? E’ curioso che abbiamo 120 persone che lavorano con il Governo e teniamo il Parlamento praticamente chiuso. Abbiamo mille persone profumatamente pagate dagli italiani per dare risposte, perché non le facciamo lavorare e ne prendiamo altre 120?“.
Quando si riapre devono riaprire tutti
“Riaprire il prima possibile… io non ho gli elementi per dire quando bisogna riaprire, però voglio dire che quando si riapre devono riaprire tutti. Non si deve discriminare nessuno. Tutti quelli che possono garantire la distanza di un metro devono poter lavorare. E’ lo Stato che a sue spese deve garantire la santificazione e la sicurezza dei posti di lavoro.
L’idea di cosa debba essere la scuola in questo momento è una delle grandi lacune di questo Governo. Fare come se nulla fosse e rivedersi al prossimo anno è un po’ la scelta più facile che la politica poteva fare. Abbiamo provato a dire di fare come hanno fatto nel sistema britannico: stabilire che l’anno scolastico in corso si il primo anno di un biennio da giudicare alla fine del biennio. Anche qui non siamo stati ascoltati.
Poi c’è anche il problema dei genitori che tornano a lavorare e che le scuole non riaprono. E non ci poniamo il problema di come le famiglie possano fare a gestire dei bambini in casa. Abbiamo lavorato ad una proposta per cui se aumentano mesi in cui i bambini stanno a casa devono aumentare anche i congedi parentali”.
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